“Questo libro è un libro nato disordinato. E ho scelto di lasciarlo così. Perché ogni disordine ha un suo ordine interno e misterioso”
Le prime parole che leggiamo in apertura di “Questo immenso non sapere Conversazioni con alberi, animali e il cuore umano”, l’ultimo libro di Chandra Candiani edito da Einaudi, suonano come una dichiarazione onesta e meditata di chi, attraverso la scrittura, manifesta la sua esistenza e il suo modo di stare nel mondo.
Come la scrittura, anche l’esistenza è spesso disordinata. Non sempre intonata all’universo, non sempre in armonia con l’ambiente naturale che pure ci accoglie e parla, sempre meno in sintonia con il sentire altrui che sembra tanto distante al punto da essere invisibile: è una questione di ritmo naturale, di tempi accordati, di attese e accelerazioni. Eppure, nel disordine caotico che è l’esistenza, sembra esserci un ordine invisibile che trova la sua massima espressione nell’arte dell’ascolto, della meditazione e, soprattutto, del silenzio.
È questo che sembra suggerirci la poeta della meditazione e della natura che, in questa nuova uscita, decide di lasciare andare il suo primo nome, Livia, quello con cui l’abbiamo conosciuta fin dalle sue prime pubblicazioni, e di firmarsi solo come Chandra Candiani, ora che, come scrive, non ha “niente da dimostrare” seguendo il “filo illogico dello stare al mondo”.
“Questo immenso non sapere”, cheè stato presentato dalla poeta in dialogo con la bravissima Elisabetta Bucciarelli lo scorso martedì 19 Ottobre all’Anteo Palazzo del cinema, sembra recuperare ed estendere in prosa le suggestioni presenti nella precedente raccolta Il silenzio è cosa viva (Einaudi, 2018), proponendo nuovamente temi cari ai lettori appassionati e, facendo un passo in più, riflettendo non solo sulla natura dell’essere umano ma sulle relazioni con l’intero universo, suggerendo piccoli esercizi quotidiani da mettere in pratica per poter esercitare la nostra presenza dello stare al mondo.
È una raccolta di frammenti che rompe la tradizione poetica e ci invita ad ampliare il nostro sguardo ed includere quello che, per abitudine, tendiamo a non vedere.
Come la vista periferica delle meduse che riesce ad includere tutto l’habitat circostante, Chandra Candiani ci suggerisce di uscire dalla prospettiva visiva limitata che osserva solo quello che ci capita davanti agli occhi, e di prestare attenzione anche a chi occupa uno spazio al nostro fianco, a chi occupa i margini del pensiero, della società, della natura. Un messaggio di inclusione che cerca di valorizzare le differenze e di narrarle, come solo l’arte poetica è capace di fare, nella dimensione meravigliosa della natura.
Leggere “Questo immenso non sapere” sarà come fare una passeggiata nel bosco e imparare, pagina dopo pagina, a dialogare con alberi e animali e a sorprenderci davanti all’intelligenza di un asino e alla profondità di un ciliegio.
Impareremo, soprattutto, ad esercitare la pratica dell’ascolto e della meditazione, per avere accesso ai mondi che ci circondano, ad incominciare dal nostro mondo interiore che rimane spesso terreno silenziato e inesplorato.
Il passo successivo alla conoscenza di noi stessi sarà la conoscenza dell’altro sconosciuto, che sia fragile o spaventoso, e la voglia e il bisogno di accoglierlo. Senza orrore. Meravigliandoci.
Chandra Livia Candiani
Questo immenso non sapere. Conversazioni con alberi, animali e il cuore umano
Einaudi, 2021