Il racconto di un giornalismo d’altri tempi, la bravura del cronista di razza, trent’anni e più di storia d’Italia. C’è tutto questo ne “Il giornalismo fatto in pezzi”, l’ultimo libro di Massimo Fini edito da Marsilio. Un volume di oltre 600 pagine che svela al lettore le vicende cruciali avvenute nel nostro Paese dagli anni ’70 fino agli anni 2000: il racconto è appassionante ed è condotto attraverso una raccolta dei “pezzi” che Fini come cronista e inviato ha realizzato nella sua carriera.
Un libro attuale, nelle cui pagine emerge il talento di un cronista sempre “sul pezzo” che racconta speranze e delusioni di una società cambiata certo, ma forse non in modo poi così radicale. Trent’anni di storia d’Italia: uno spaccato di vita e degli eventi cruciali che hanno trasformato la nostra società in senso antropologico, sociologico, psicologico e, più ampiamente, culturale. Attraverso la sua attività di cronista e di inviato Massimo Fini ci racconta storie di vita, testimonianze di uomini e donne dall’estrazione sociale e dalle esperienze più diverse, ritratti di personaggi famosi, politici ma soprattutto artisti e letterati, la cui memoria affonda spesso ancora più lontano, nel periodo fascista e della guerra.
Se, come afferma Benedetto Croce, “la Storia è il passato visto con gli occhi del presente”, chi legge questo libro potrà, con gli occhi dell’uomo di oggi, trovarvi cosa rimane di quelle stagioni, di quelle speranze, di quelle illusioni e delusioni. Ci sono infine alcuni reportage internazionali – e qui il giornalista si salda con lo scrittore – che nel raffronto fra culture e società a volte omologhe, altre molto diverse, ci aiutano a capire meglio qual è stato, qual è e quale potrà essere il ruolo dell’Italia in un mondo divenuto globale.
Massimo Fini
Il giornalismo fatto a pezzi
Marsilio, 2021