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L’invulnerabile altrove: La dualità della mente per sfuggire all’aldilà

Esce per i tipi di Einaudi l’ultimo romanzo di Maurizio Torchio dal titolo L’invulnerabile altrove: storia di due donne, una delle quali già scomparsa da tempo, che vive e dialoga e combatte nella testa dell’altra

di Mimmo Cacciola

Tutti noi temiamo il doppio: come anticamera della follia, come sdoppiamento di personalità, come spauracchio ad una schizofrenia incurabile. Insomma, tutti noi chi più chi meno, ci parliamo dentro, per strada, di notte, dal medico, dopo aver fatto all’amore o mangiato, viaggiando in treno e guardando fuori. In attesa di morire …

Ora, Maurizio Torchio scrittore piemontese, ci dice col suo nuovo romanzo dal titolo L’invulnerabile altrove (Edizioni Einaudi. Supercoralli pp. 160, € 17,50) in buona sostanza che dialogare con qualcuno dentro alla propria capoccia non solo è possibile e non è più un tabù e che anzi, oltre ad essere materia letteraria può essere spunto buono e giusto per una interessante convivenza.

Così dice una delle due – e leggiamo nelle intenzioni scritte dai curatori – “Io non vedo il tuo mondo, tu non vedi il mio”. “Due donne si parlano senza aprire bocca, senza mai incontrarsi. Conversano in silenzio, all’insaputa di tutti. L’una si dice viva, l’altra no. Una si muove nel nostro presente, l’altra cammina nell’aldilà. Da quando hanno imparato a convivere nella stessa testa, ad apprezzare quella strana intimità, si confidano molto. Difendono con fatica qualche segreto, bisticciano, fanno pace. E adesso che hanno paura di venire scoperte, dovranno trovare un altrove in cui rifugiarsi. Perché in fondo, tutti noi, tendiamo instancabilmente a un luogo in cui non si possa più essere feriti.

Nella vicenda di questo doppio in testa delle due protagoniste si incastra la vita così come la conosciamo e viviamo, con tutte le sue sfaccettature, tutti i suoi aspetti e le sue quotidianità, contraddizioni, gioie e dolori. Impariamo. Allora, a conoscere l’altra: Anna vissuta e morta un secolo prima.

Una donna si accorge – leggiamo ancora nelle note editoriali – che qualcuno abita nella sua testa. All’improvviso, la voce di un’altra donna si è insinuata nei suoi pensieri. Iniziano a dialogare: hanno progetti incompiuti, desideri e paure, speranze perdute ed altre che, ostinatamente, conservano. Come tutti. Soltanto che una di loro vive in questo nostro mondo, l’altra si trova nell’aldilà. Anna ha vissuto a Londra all’inizio del secolo scorso: lavorava in una fabbrica di fiammiferi, un’esistenza trascorsa a fare figli, scappando dalla povertà e combattendo la fame. Adesso cammina verso chissà dove, insieme a un gruppo di sconosciuti in un deserto abbacinante. L’altra donna vive il nostro presente: ha un compagno, due case, un amante e un lavoro d’ufficio. È opaca in una realtà fatta di ombre, forse per questo si è abituata così in fretta ad avere un’ospite in testa. Insieme elaborano un piano per trovare la risposta al mistero che le avvolge, e forse per salvarsi. Perché su una cosa non hanno dubbi: le scopriranno”.

Questa paura di essere scoperte, svelate, così umana, così comune rimanda al nucleo essenziale del testo intrigante e per certi versi originale di Maurizio Torchio: e cioè una sorta di auto psicanalisi indotta che vuole a tutti i costi sconfiggere ciò che tutti noi vorremmo sconfiggere; la paura dell’aldilà ed il dolore, e con esso la morte!

I morti, precipitati in quell’infinita distesa di sabbia arancione – leggiamo, infine nell’ ultima parte delle note di redazione – solcata da fiumi che sembrano fatti di latte – sanno essere spietati: chi mette in pericolo il baricentro del gruppo viene lasciato indietro, a seccarsi come una statua di sale. Un’esperienza di lettura inedita e spiazzante, che esplora la forza della mente e dei suoi guasti. Con una lingua tersa che non ha paura dell’indicibile, Maurizio Torchio ha plasmato un nuovo e materico aldilà. Mentre le due protagoniste cercano un varco nella barriera che separa l’incompletezza di quello che c’è dallo splendore di quello che manca, anche chi legge si ritrova a contemplare l’abisso”.

Maurizio Torchio, nato a Torino nel 1970, è laureato in Filosofia ed è Dottore di ricerca in Scienze della comunicazione. Autore e regista di un documentario (Votate agli stipendi Fiat, 2003) e ha pubblicato una raccolta di racconti, Tecnologie affettive (Sironi 2004), e due romanzi: Piccoli animali (Einaudi 2009) e Cattivi (Einaudi, 2015, con cui ha vinto i premi Lo Straniero, Dessì, Padula, Pisa e Moncalieri). Il suo sito è www.mauriziotorchio.com

Maurizio Torchio
L’invulnerabile altrove
Einaudi, 2021

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