Quando il copione della storia elisabettiana diventa un thriller di successo
Con una scrittura superba Arthur Phillips sbarca in libreria col suo nuovo Il re ai confini del mondo, edito dai tipi di Fazi Editore, thriller sulla morente Elisabetta I e sul suo successore Giacomo VI in odore di protestantesimo. Un magistrale romanzo storico che è allo stesso tempo anche avvincente romanzo di spionaggio che sa trascinarci attraverso le brume di Londra, per raccontarci di un riscatto d’amore per un terzo protagonista: un mussulmano rimasto intrappolato nell’isola lassù al Nord
di Mimmo Cacciola
Una regina morente, un erede scomodo, un dignitario mussulmano che può dipanare un groviglio intessuto di religione, politica, successione dinastica: ed ecco servito un thriller storico che si colora di colpi di scena e che si beve tutto di un fiato. E’ il caso letterario di Arthur Phillips, giovane promessa della scrittura americana autore di altri best-sellers che con questo suo ultimo Il re ai confini del mondo (Editore Fazi, Collana Le strade, Traduttore Silvia Castoldi, Pagine 350 € 17,58), vuole stupirci e farci rimanere senza fiato.
“Una scrittura superba, – scrivono dalla casa editrice – una caratterizzazione psicologica acuta e una trama perfettamente congegnata fanno di Il re ai confini del mondo un magistrale romanzo storico e al tempo stesso un avvincente romanzo di spionaggio, in cui ogni personaggio gioca la sua partita su tavoli diversi, cercando di anticipare gli altri e scrivendo, mossa dopo mossa, il copione della Storia.”
Questo un incipit che ci attira come topi che stanno per cadere nella trappola, ma di cosa racconta in realtà l’indagine storico-narrativa di Phillips?
“Inghilterra, 1601. La regina Elisabetta I – si legge nel risvolto di copertina – è in fin di vita. Non ha avuto figli: il suo è un regno privo di erede, e i potenziali successori cominciano a tramare. Il trono spetterebbe a Giacomo VI di Scozia, ma a corte si vocifera che il re nasconda qualcosa. Ha tutte le ragioni per affermare di essere protestante, ma se segretamente condivide il cattolicesimo della sua famiglia, allora quarant’anni di guerra di religione saranno stati inutili. È un rischio che il paese non può permettersi. Qual è, quindi, la vera fede di Giacomo VI? A Geoffrey Belloc, tra i più abili collaboratori della corona, viene affidato il compito di ideare un test per scoprirlo. Belloc arruola Mahmoud Ezzedine, un medico musulmano rimasto in Inghilterra dopo l’ultima visita diplomatica dell’impero ottomano, come suo agente sotto copertura. È l’uomo perfetto per il lavoro: è un outsider, bloccato da anni su quell’isola fredda, umida e primitiva. Pur di riabbracciare la moglie e il figlio è disposto a tutto. Una scrittura superba, una caratterizzazione psicologica acuta e una trama perfettamente congegnata fanno di Il re ai confini del mondo un magistrale romanzo storico e al tempo stesso un avvincente romanzo di spionaggio, in cui ogni personaggio gioca la sua partita su tavoli diversi, cercando di anticipare gli altri e scrivendo, mossa dopo mossa, il copione della Storia”.
Ecco allora servito un piccolo capolavoro che ci auguriamo possa diventare anche un bel film, ne ha a nostro avviso tutte le carte in regola. Così come in regola ha quelle della critica che ne tesse lodi e pregi.
«A tratti evoca Hilary Mantel, John le Carré e Graham Greene, ma la trama insidiosa che lo trascina è puro Arthur Phillips» dicono dal The Wall Street Journal, mentre Jennifer Egan scrive senza peli sulla lingua: «In “Il re ai confini del mondo” i fan di Arthur Phillips riconosceranno – e i nuovi lettori saranno felici di scoprire – il coinvolgente mix di erudizione, brio e sentimento. Phillips è unico, e in ottima forma». Si unisce al coro il The Washington Post che certifica «Uno dei migliori scrittori d’America» e si associa la Kirkus Reviews che scrive «Una nuova, grande performance… Fa pensare al magistrale “Wolf Hall” di Hilary Mantel, ma forse in modo ancora più evidente ai romanzi di Graham Greene… Una rara combinazione di finezza letteraria e trama avvincente, un altro trionfo di Arthur Phillips». Infine registriamo quanto ha detto il Publishers Weekly: «Phillips ricostruisce un’epoca in maniera magistrale e infarcisce la narrazione di colpi di scena sorprendenti. Questo romanzo intelligente e sinuoso ricorda i drammi storici di Hilary Mantel e i thriller di John le Carré, e risuonerà nella mente dei lettori»
Arthur Phillips classe 1979, è nato a Minneapolis, Usa. Scrittore americano, vive a New York con la moglie e due figli, ma ha abitato a Budapest dal 1990 al 1992 e a Parigi dal 2001 al 2003. Ha studiato a Harvard e alla Berklee School of Music. Il suo primo romanzo è stato Praga, pubblicato in Italia nel 2005, dopo il suo secondo romanzo, il thriller di straordinario successo L’archeologo (2004). Il terzo romanzo, Angelica, è stato pubblicato nel 2007, sempre da Rizzoli, come i precedenti. Phillips è una promessa letteraria statunitense con i suoi bestseller tradotti in sette lingue che hanno riscosso l’unanime consenso della critica mondiale.
Arthur Phillips
Il re ai confini del mondo
Fazi, 2022