di Cristina La Bella
Il libro si apre con l’immagine di una donna sola che corre nella notte. Attorno a lei una città che brucia. È la sua città. Fuori dalle mura, la regina e altre disgraziate attendono un destino che verrà deciso dai vincitori. È la presa di Troia. La caduta di Ilio che arriva dopo dieci interminabili anni di guerra. Un dramma che nei secoli a venire sarà raccontato da artisti e scrittori.
«Cantami, o Musa» invoca il sommo poeta Omero, che ha dedicato alle gesta degli eroi due opere che sono alla base della civiltà occidentale: l’«Iliade» e l’«Odissea». Ma Calliope, musa della poesia epica, è meno accomodante stavolta: sente che qualcosa sfugge, che la narrazione così come l’ha concepita l’aedo non è completa. L’affresco non può dirsi compiuto senza il coinvolgimento delle donne, che scopriamo essere dalla notte dei tempi vittime della guerra voluta dalla follia degli uomini, dalla loro fottuta sete di potere. Ciascuna a turno è chiamata ne «Il canto di Calliope» a raccontare la propria storia, a dire ciò che pensa: da Andromaca, la bella sposa di Ettore, alla figlia di Ecuba e Priamo, Cassandra, passando per la moglie di Agamennone, Clitennestra. Ogni figura femminile è libera di dar voce ai propri conflitti interiori, a non tacer nulla: può parlare della sete di vendetta che come una fiamma le brucia dentro non lasciando spazio a nient’altro; della spietata solitudine che l’affligge; come pure di quel profondo senso di dignità che si prova davanti alla morte. Protagoniste di quest’opera corale anche la fedele compagna di Ulisse, Penelope, la sacerdotessa di Apollo Briseide e la povera Ifigenia. E ancora le troiane fatte schiave, costrette a compiacere gli appetiti sessuali dei vincitori e ad ubbidire alle moglie di questi.
Ricordate le parole di Ettore ad Andromaca nel VI libro dell’«Iliade»? «Verrà il giorno in cui la sacra Ilio dovrà perire e così anche Priamo e la gente di Priamo guerriero: ma io non avrò tanto dolore io ne avrò per i Troiani, non per la stessa Ecuba, non per il sovrano Priamo, non per i fratelli, che molti e gagliardi cadranno nella polvere per mano dei nemici, quanto per te, dopo che qualche Acheo vestito di bronzo, ti trascinerà via in lacrime, togliendoti la libertà: allora, vivendo in Argo, dovrai tessere la tela per un’altra e portare acqua alla fonte Messeìde o all’Iperea, contro la tua volontà: un grave destino peserà su di te. E qualcuno ti vedrà in lacrime e dirà: ‘Ecco la sposa di Ettore, che primeggiava in battaglia fra i Troiani domatori di cavalli, quando combattevano a Ilio!’. Così dirà qualcuno; sarà per te un nuovo strazio, priva dell’uomo che poteva strapparti alla vita da schiava. Che la terra gettata sopra mi ricopra, ormai morto, prima che io senta le tue grida».
Attingendo alle fonti antiche, anche le meno note, Natalie Haynes rivisita nel suo ultimo libro dal titolo «Il canto di Calliope», edito da Marsilio, una delle più grandi narrazioni di tutti i tempi, facendo palpitare di commozione il lettore e trasmettendo il sentimento vivo di come la guerra di Troia e la sua epopea appartengano alle donne non meno che agli uomini. “L’ho portato dritto sulla spiaggia, in modo che potesse vedere cos’è successo alle donne scampate all’incendio, e lui non si è nemmeno accorto che le sopravvissute non stavano molto meglio della povera Creusa. Non avrei potuto renderlo più evidente di così, ma lui non ha proprio capito. Non gli sto offrendo la storia di una donna durante la guerra di Troia, gli sto offrendo la storia di tutte le donne di quella guerra”, si legge nel romanzo, che è molto più di una riscrittura del mito. Con un linguaggio moderno ma al contempo elegante Haynes crea con «Il canto di Calliope» un’opera che si avvicina molto allo stile e alle forme del racconto epico. Da leggere assolutamente, soprattutto oggi.
Natalie Haynes è scrittrice e giornalista. Classicista di formazione, ha pubblicato romanzi tra cui “The Amber Fury” e “The Children of Jocasta”, oltre al saggio The Ancient Guide To Modern Life. È stata autrice e conduttrice della trasmissione “Natalie Haynes Stands Up for the Classics” per Bbc Radio 4. Nel 2015 ha ricevuto il Classical Association Prize come riconoscimento per il suo lavoro di divulgazione dei classici. “Il canto di Calliope (A Thousand Ships)” pubblicato in Italia da Sonzogno nel 2021 e riedito da Marsilio nel 2022, è stato finalista al prestigioso “Women’s Prize for Fiction 2020”. L’opera è stata segnalata tra i migliori libri da “The Times” e “The Guardian”.
Natalie Haynes
Il canto di Calliope
Sonzogno, 2021