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Pulcinella era una marionetta molto irrequieta. Un giorno disse ad Arlecchino: “Me ne vado”. E così fece. Continua…

Pulcinella era una marionetta molto irrequieta. Aveva sempre da ridire sulle parti che il burattinaio gli assegnava e siccome spesso si annoiava infastidiva con i suoi scherzi anche le altre marionette. Un giorno disse ad Arlecchino: “Me ne vado”. E così fece. Una notte, approfittando di un paio di forbici dimenticate dal burattinaio, Pulcinella tagliò uno dopo l’altro i fili che gli legavano testa, mani e piedi. Poi, rivolgendosi ad Arlecchino con uno sguardo furbo, gli propose: “Vieni con me”. Arlecchino, innamorato di Colombina, esitava, ma Pulcinella, deciso a godersi la libertà senza ulteriori complicazioni, dichiarò: “Allora me ne andrò da solo!”. Si gettò coraggiosamente a terra, gambe in spalla, pensando alla meraviglia di non sentirsi più tirare da quei maledetti fili. Ma il mondo, soprattutto di notte, è grande e terribile, popolato da insidie e pericoli, assassini e malviventi. Pulcinella riuscì a convincere due ladri di essere un vero artista e di avere come unico tesoro la sua libertà, lo lasciarono andare, ma decise comunque di rifugiarsi in un giardino, accovacciandosi contro un muretto e lì si addormentò. La mattina dopo si svegliò con una gran fame: immaginava di assaporare ogni ben di Dio, pizze, spaghetti e lasagne, formaggi e mozzarelle, ma intorno a lui c’erano solo garofani, tulipani e ortensie.

“Pazienza”, si disse Pulcinella, e con una certa diffidenza iniziò a mordicchiare i petali di un garofano. Non era come una bistecca ai ferri, ma quel sapore floreale gli sembrò il gusto della libertà. Decise di rimanere in quel giardino, nutrendosi di fiori e dormendo al riparo di una magnolia. Con il passare delle stagioni, venne l’inverno, e il giardino, sfiorito, aspettava la prima neve. Pulcinella, senza nulla da mangiare, pensò che morire lì non fosse affatto brutto. La prima neve lo seppellì sotto una coperta bianca. In primavera, proprio in quel punto, crebbe un garofano. Sottoterra, Pulcinella, calmo e felice, pensava: “Ecco, sulla mia testa è cresciuto un fiore. C’è qualcuno più felice di me?” Ma non era morto, perché le marionette di legno non possono morire. Lì sotto, Pulcinella riposava, un artista libero nel suo giardino segreto.

La storia di Pulcinella ci insegna che la vera ricchezza può essere trovata nella libertà e nella semplicità della vita. Forse, proprio come il garofano cresciuto sopra di lui, tutti noi possiamo trovare la nostra felicità anche nei luoghi più inaspettati. E così, sotto la neve dell’inverno, Pulcinella dorme, sognando di fiorire nuovamente con la primavera.

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