La scrittrice sudcoreana Han Kang ha conquistato il Premio Nobel per la Letteratura 2024, grazie alla sua prosa descritta dall’Accademia Svedese come “intensamente poetica, capace di confrontarsi con i traumi storici e di esporre la fragilità della vita umana”. Un riconoscimento che non era tra i più pronosticati alla vigilia, ma che celebra una scrittura che, con delicatezza e profondità, esplora le pieghe più dolorose dell’esistenza.
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Chi è Han Kang
Nata a Gwangju il 27 novembre 1970, Han Kang è figlia dello scrittore Han Seung-won e ha studiato letteratura coreana all’Università Yonsei di Seul. Esordisce nel mondo letterario con una raccolta poetica nel 1993, per poi dedicarsi alla narrativa con il suo primo romanzo l’anno successivo. Tra le sue opere più famose, spicca il romanzo “La vegetariana” (2016), che le ha valso il Man Booker International Prize.
In questo libro, Han Kang racconta la storia di una donna che, decidendo di abbandonare il consumo di carne, si scontra con una società che non comprende la sua scelta. L’autrice esplora la rinuncia estrema e i crepacci che si aprono nella quotidianità, quando la realtà inizia a sfaldarsi, creando una narrazione affascinante e disturbante.
Opere e riconoscimenti
Oltre a “La vegetariana”, Han Kang ha ricevuto numerosi premi per i suoi romanzi, tra cui il Premio Malaparte nel 2017 per “Atti umani”. Questo romanzo affronta uno dei traumi più dolorosi della storia coreana moderna, la rivolta di Gwangju del 1980, portando alla luce le storie di sofferenza e resistenza.
L’autrice ha anche partecipato al progetto artistico culturale della Biblioteca del futuro, consegnando nel 2019 il suo manoscritto inedito “Dear Son, My Beloved”, che verrà pubblicato solo nel 2114, segnando un ponte ideale tra le generazioni.
“L’ora di greco”: l’ultimo lavoro
Il più recente romanzo di Han Kang, “L’ora di greco” (2023), è stato definito dalla stessa scrittrice come il “lieto fine” de “La vegetariana”. La storia segue una donna che, dopo aver perso la voce a causa di traumi, cerca di ritrovarla grazie allo studio del greco antico. In una Seul febbrile, si intrecciano silenzi e fragilità, mentre la protagonista si confronta con la perdita e la speranza.
Un Nobel per la memoria e la fragilità umana
Il Nobel a Han Kang è un riconoscimento che va oltre la sua nazione, evidenziando il potere della memoria collettiva e della capacità di riflettere sui traumi storici attraverso la scrittura. La sua prosa, intensa e poetica, è un invito a confrontarsi con la fragilità della condizione umana, un tema che ha toccato profondamente i lettori di tutto il mondo.