in ,

Sei personaggi in cerca d’autore: la storia del film mai realizzato di Vittorio De Sica

A Bologna, nella Cineteca che da sempre conserva la memoria storica del cinema italiano, è possibile fare un tuffo nel passato di due tra le figure più emblematiche della cultura italiana: Vittorio De Sica e Luigi Pirandello. La mostra in corso, che celebra il centenario dalla morte di Pirandello, offre uno spunto affascinante per riflettere sul profondo legame che univa il regista ciociaro a quello che è considerato uno dei più grandi drammaturghi del Novecento.

Il soggetto per Sei personaggi in cerca d’autore a Bologna

Nel cuore dell’esposizione, spicca un oggetto che sembra quasi sfuggire allo sguardo distratto: 29 fogli dattiloscritti che contengono un «soggetto per un film muto» tratto da Sei personaggi in cerca d’autore. Questo documento, proveniente dall’Archivio Giuditta Rissone-Emi De Sica, è una testimonianza preziosa di un tentativo mai realizzato di portare la celebre opera di Pirandello sul grande schermo.

De Sica e Pirandello: un legame teatrale e cinematografico

Nel corso della sua lunga carriera, De Sica ha avuto numerosi contatti con Pirandello, soprattutto durante il periodo teatrale della sua vita, dove ha interpretato ben 157 personaggi. La sua ammirazione per l’autore siciliano è testimoniata dalle sue stesse parole, che lo riconoscono come il fondamento del suo amore per il teatro. E non solo: Pirandello ha segnato anche il suo passaggio al cinema, soprattutto nel suo ruolo di regista.

Il tentativo di adattamento cinematografico

Il soggetto per Sei personaggi in cerca d’autore, inviato a De Sica da Ercole Graziadei, amico e amministratore del patrimonio di Pirandello, rappresenta una delle tante ipotesi di trasposizione cinematografica della famosa pièce. La trama, scritta originariamente da Pirandello nel 1926, fu successivamente sviluppata in un trattamento del 1928, questa volta in tedesco, con il coinvolgimento dello sceneggiatore austriaco Adolf Lantz. Il progetto non si concretizzò mai, nonostante l’interesse di registi come Max Reinhardt, e persino della Warner Bros. americana.

De Sica nel progetto di Pirandello

Nel 1938, De Sica fu coinvolto in un altro tentativo di adattamento cinematografico, questa volta come attore, ma la sua carriera da regista non sarebbe partita prima del 1939, con Rose scarlatte. Eppure, il fatto che Pirandello e il suo avvocato Graziadei abbiano pensato a De Sica per un progetto legato a Sei personaggi in cerca d’autore è significativo, poiché segnala il profondo legame tra il regista e il drammaturgo.

La preziosità dei documenti

La corrispondenza che accompagnava i dattiloscritti esposti, e che si riferisce alla traduzione del testo tedesco, rivela anche l’ansia di Graziadei di proteggere l’unica copia esistente di questo soggetto. Il cartoncino con l’indicazione di «fare attenzione!», infatti, ci ricorda come, in un’epoca in cui i materiali cinematografici erano preziosi e difficili da reperire, il valore di questi documenti fosse considerato inestimabile.

Il lato pirandelliano di De Sica

Nel complesso, il legame tra De Sica e Pirandello non si limita alla collaborazione su progetti cinematografici, ma è anche una testimonianza della passione di De Sica per il teatro, una passione che lo ha portato a indossare molteplici maschere, sia professionali che private. Il suo privato, segnato da una vita divisa tra due famiglie, è forse l’aspetto più pirandelliano della sua esistenza, una continua oscillazione tra realtà e finzione, tra apparente armonia e irrisolvibile conflitto interiore.

Attraverso queste carte, quindi, non solo riviviamo la grandezza di due giganti del nostro panorama culturale, ma ci viene anche offerta l’opportunità di riflettere su quanto il confine tra il reale e l’immaginario, tra il cinema e il teatro, sia stato sottile e intricato nella carriera di Vittorio De Sica.

Da Olga Tokarczuk a Sally Rooney: i migliori libri del 2024 secondo il New York Times

Cosa leggeremo nel 2025: le novità letterarie più attese