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“Sono velenosi, non mangiateli”. Italia, boom di intossicati: finiti tutti in ospedale

Ingresso di un ospedale con ambulanze

L’autunno porta con sé l’abitudine della raccolta dei funghi, un’attività tradizionale ma che quest’anno a Napoli ha causato un preoccupante aumento di casi di intossicazione. In pochi giorni, venticinque persone sono state ricoverate in ospedale a seguito di avvelenamenti da funghi velenosi, segnalando una situazione di emergenza sanitaria che richiede estrema attenzione e prevenzione.

Incremento dei ricoveri per intossicazione da funghi velenosi

Il Centro Antiveleni (CAV) del Cardarelli, uno dei principali punti di riferimento in Italia per la gestione delle tossicosi, ha registrato un numero anomalo di segnalazioni: 25 casi in soli cinque giorni. Questa impennata ha attivato un allarme tra gli specialisti, che sottolineano la necessità di un rigoroso controllo e di una maggiore consapevolezza riguardo al consumo di funghi raccolti autonomamente.

La dottoressa Anna Lanza, anestesista della TIGU-CAV diretta da Romolo Villani, ha evidenziato i rischi associati all’ingestione di funghi tossici, in particolare quelli appartenenti alla famiglia delle amanite. Questi funghi possono provocare danni epatici gravi, epatiti fulminanti, oltre a problemi renali e neurologici, con potenziali esiti fatali.

Importanza della certificazione micologica e prevenzione

Di fronte all’aumento degli avvelenamenti, il Centro Antiveleni ribadisce l’importanza di non consumare funghi freschi raccolti o ricevuti senza un preventivo riconoscimento da parte di un micologo qualificato della ASL competente. Questo servizio di verifica, gratuito, rappresenta l’unico modo sicuro per evitare i rischi derivanti dall’ingestione di specie velenose.

La dottoressa Lanza ha sottolineato come, in alcuni casi, la volontà di risparmiare o la presunta esperienza personale nella raccolta possano portare a sottovalutare i pericoli, mettendo a rischio soprattutto bambini e persone fragili. Anche i raccoglitori esperti possono commettere errori di identificazione, rendendo indispensabile il passaggio obbligatorio dal servizio micologico.

Sintomi e importanza del periodo di latenza nell’intossicazione

I sintomi classici di un’intossicazione da funghi includono nausea, vomito, dolori addominali, diarrea, cefalea e malessere generale. Tuttavia, un elemento cruciale è il periodo di latenza: i segni possono manifestarsi anche dopo 12, 18 o 24 ore dall’ingestione, e talvolta si osserva una fase intermedia di apparente benessere che non deve essere interpretata come un segnale di sicurezza.

La tempestività nella diagnosi è fondamentale, poiché in base alla specie coinvolta possono insorgere danni anche a livello renale e neurologico, oltre ai già citati effetti epatici.

Ruolo del Centro Antiveleni nella gestione delle intossicazioni

Al Pronto Soccorso, i pazienti con sospetta intossicazione da funghi vengono assistiti con la consulenza immediata del Centro Antiveleni regionale, che fornisce indicazioni cliniche e terapeutiche specifiche, compresa la somministrazione di antidoti quando disponibili.

Per facilitare la diagnosi, è fondamentale portare con sé eventuali residui dei funghi ingeriti, crudi o cotti, per consentire una rapida identificazione della specie responsabile e migliorare l’efficacia del trattamento.

Indicazioni in caso di sospetta intossicazione

In caso di sospetto avvelenamento, è essenziale contattare immediatamente il Centro Antiveleni del Cardarelli, operativo 24 ore su 24 anche nei giorni festivi, ai numeri 081/545 33 33 o 081/747 28 70. È possibile inoltre inviare una mail a [email protected].

Chiamare il Centro prima di recarsi in ospedale, se le condizioni lo consentono, permette di ricevere indicazioni preliminari e di preparare il personale medico all’arrivo del paziente. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito istituzionale www.ospedalecardarelli.it/centro-antiveleni-cardarelli.

La cautela e il rispetto delle procedure di verifica sono indispensabili per godere in sicurezza dei prodotti del bosco, evitando gravi rischi per la salute propria e dei propri cari.