Di Antonio Capitano
Correva l’anno 2019. In un mio passaggio nel paesaggio toscano mi fermai a Vecchiano per una pausa caffè prima di proseguire per la vicina Liguria per approdare in quel Golfo dei Poeti nel quale le parole si mescolano con le onde. La scelta non fu casuale; non un autogrill dalle moltitudini esistenze che entrano ed escono con una frenesia che rende il momento del viaggio solo una veloce tappa in attesa di giungere nella destinazione desiderata. Piuttosto avvertivo una necessità di lentezza, di arredare il silenzio con la potenza evocativa di un panorama, anche urbano, e in questo caso pieno di significato narrativo e nativo…
Un filo della memoria mi conduce da sempre da Antonio Tabucchi e in questo caso nel suo paese natale. Un paese nel senso evocato da Pavese in quel gioco di assonanze per cui tabucchiano si fonde con Vecchiano perché le parole sono capaci di assomigliarsi come luoghi già visti ancora prima di vederli.
Giunto in questa località notai la presenza di alcuni giocatori di carte in un pomeriggio assolato di un luglio dai riflessi arancio che rendeva le abitazioni come rappresentazioni macchiaiole senza tempo. Quel tempo sempre presente in tutte le diverse forme e accezioni tipicamente sublimate da Tabucchi come ricami su tessuti pregiati impreziositi dalla luce dorata di parole incastonate aventi una loro struttura. Chiesi allora della dimora toscana del noto scrittore e mi fu risposto ” la casa del professore si trova….” .
Professore, che strano pensai. Ma in questo finale di settembre di questo 2021 ormai prossimo a lasciare il posto a quel 2022 che misura la distanza di dieci anni dalla scomparsa terrena del carissimo Antonio, mi sono imbattuto in una notizia che mi ha fatto riavvolgere il nastro per vedere meglio il film naturale che possono offrire le coincidenze.
Si tratta del ritrovamento di alcuni appunti di Tabucchi professore a Gavorrano e al Giglio. Materiali ancora tutti da scoprire. Ma qui risiede la suggestione più forte. È il momento in cui tutto si immagina. Come una segnaletica che apre ad altre strade, ad altri paesi, ad altri panorami. Spunta ad esempio chissà un Cervantes con riflessi sulla Maremma dai colori reali e sognati. Interpretazioni fuori programma di gesti poco noti, discreti o sospesi. O semplicemente ipotizzati nel corso di una lezione che diventa occasione di scoperta, come quel viaggio senza tempo, in quel tempo che bisognava scoprire. Se c’è un posto dove le parole risorgono, forse invecchiare potrebbe condurci all’interno di quel paese dove tutto è nato per continuare l’insegnamento del prof. Tabucchi Antonino nelle nostre azioni quotidiane.