Tre storie, un coro di voci riunite in osteria per cogliere l’attimo fuggente di una serata tra amici. Dagli anni ’30, con la loro fame e la loro energia, fino alla soglia disillusa del nuovo millennio, passando dalle speranze dei ’70, tre compagnie di amici si avvicendano intorno a una tavola imbandita, scherzano, ricordano, litigano, s’innamorano, brindano. Una sorta di “Pàvana Social Club” il cui motore anziché il rum è il vino, con la sua malinconica allegria e con i mitici piatti che accompagna. Attraverso i bizzarri, indimenticabili eroi della sua “epica del disincanto” ancora una volta Guccini nel suo nuovo libro “Tre cene” ci racconta com’è cambiata l’Italia e come siamo cambiati noi, che cosa abbiamo guadagnato e cosa perduto per sempre.
«Non aspettatevi grandi avvenimenti dalle cose che andrò raccontando, fulminanti colpi di scena come agnizioni improvvise o finali drammatici o misteri iniziali che poi, a poco a poco, logicamente sgretolati dalle deduzioni di un abile investigatore, si dipanano e si mostrano in tutta la loro enigmatica chiarezza»: così ci avverte Francesco Guccini. «È semplicemente la storia di una cena, e di alcuni amici; una storia di quelle quasi come le favole che ci raccontavano da piccoli, già sentita tante volte ma che amavamo ci raccontassero ancora e ancora, per il solo piacere di stare lì ad ascoltare…» E così, accompagnati dalla sua voce, seguiamo gli amici protagonisti in una notte d’inverno, mentre la neve cade, fino alla prima delle locande dove trascorreranno una notte di buon cibo e molto vino, di risate e un po’ d’amore; una di quelle notti in cui l’amicizia e la sazietà aiutano a non ascoltare i presagi della vita che corre. Questa prima cena ha luogo prima dell’ultima guerra nell’Appennino tra Bologna e Pistoia, la successiva ci racconta lo stesso mondo quarant’anni dopo, l’ultima – che non è invero una cena, bensì un pranzo di mezza estate che si protrae fino a un grande falò notturno – si svolge nel giorno di un’eclissi di sole. Dai poveri anni Trenta alla disillusa fine del Novecento, passando dalle speranze dei Settanta, nelle tre compagnie di amici che si avvicendano, nei loro scherzi, nelle loro sbronze, nei cibi che scelgono di mangiare ritroviamo il sapore del nostro passato e rileggiamo noi stessi con divertimento e malinconia. Francesco Guccini inanella tre storie che diventano una sola e dà vita a nuovi, memorabili, bizzarri eroi della sua epica del tempo perduto.