L’ultimo romanzo storico del regista emiliano verrà presentato a Viterbo in anteprima, da Caffeina, giorno 11 novembre
di Domenico Cacciola
Nella Ravenna del 1321 si svolge l’azione dell’ultimo romanzo storico del regista emiliano Pupi Avati, dal titolo L’alta fantasia, Il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante, edito da Solferino (pagine 280, €17,50).
L’ultima fatica letteraria del Maestro, non certo nuovo alle cose di scrittura, muove proprio nella città che ha visto gli ultimi giorni del sommo, la sua affascinante indagine. E lo fa utilizzando un protagonista di lusso come Boccaccio. Dalle note appena edite da Solferino riportiamo: “Ravenna, 1321: esiliato e misconosciuto, Dante Alighieri esala l’ultimo respiro. Nel convento delle clarisse di Santo Stefano degli Ulivi, l’albero di mele selvatiche che le suore chiamano l’albero del Paradiso smette misteriosamente di dare frutti. Comincia così il romanzo storico che Pupi Avati, da vent’anni studioso dell’opera di Dante, dedica al poeta scegliendo però come protagonista Giovanni Boccaccio, che di Dante fu biografo e appassionato divulgatore. Seguiamo infatti il viaggio di Boccaccio fino al convento delle clarisse di Ravenna, dove la figlia di Dante si è fatta monaca, per consegnarle il risarcimento elargito dalla città per l’ingiusto esilio inflitto a suo padre”.
L’uscita del volume coincide con la presentazione in anteprima che si terrà a Viterbo, giorno 11 novembre p.v., nella città medioevale famosa anche per le citazioni dantesche che tutti conoscono, presso il Teatro Caffeina alle ore 18,30.
Ma torniamo al romanzo del regista che non a torto può definirsi picaresco ed avventuroso: il viaggio di uno scrittore sulle tracce del poeta. Certo, qui la figura si sdoppia e dietro alla tastiera sappiamo chi muove le dita, ma non dimentichiamo che oltre al “ricercato Dante Alighieri” a muoversi tra i meandri della storia c’è anche un altro illustre collega, quel Giovanni Boccaccio che tanto ci ha fatto sorridere sui banchi di scuola e non solo, con le sue novelle cariche di insegnamenti che avevano per protagonisti Calandrino e Buffalmacco. E difatti così proseguono e concludono le note: “Un viaggio di riparazione, ma anche di fatica e pericoli, durante il quale Boccaccio rievoca la vita di Dante e il suo apprendistato alla poesia. Trovando conferma, lui, scrittore, di quanto il dolore promuova l’essere umano a una più alta conoscenza. Un romanzo di avventure, uno sguardo partecipe e nuovo sul Sommo Poeta, l’incontro inaspettato attraverso i secoli tra un regista e scrittore e due maestri della cultura italiana”. Per dovere di cronaca va detto che sul palco assieme all’autore Pupi Avati, regista, sceneggiatore e produttore, è uno dei maestri riconosciuti del cinema italiano. Come autore ha pubblicato l’autobiografia bestseller La grande invenzione (Rizzoli 2013) e diversi romanzi, il più recente dei quali è L’archivio del diavolo (Solferino 2020), ci saranno a fargli domande ed a parlarci del libro lo scrittore e direttore artistico dell’Emporio letterario di Pienza, Giorgio Nisini e la dantista Professoressa Anna Pegoretti.