Tornano, stampate ad inchiostro nero come la pece, per i tipi di Bompiani, le storie di un Medioevo che non è mai finito. E ci pensa Lauren Groff, pluriacclamata autrice made in USA con il suo ultimo romanzo dal titolo Matrix (da non confondersi con la saga cinematografica) da poco in libreria. Nel libro si narrano le vicende e le ambasce e le vittorie di Marie figlia illegittima di un re, segregata in un’abbazia della quale finisce per diventare badessa ed imprenditrice illuminata
di Mimmo Cacciola
Esce in libreria in questi giorni Matrix (per carità non confondetelo con la saga di Neo) della scrittrice americana Lauren Groff (Editore Bompiani, Collana Narrativa straniera, Traduttore Tommaso Pincio, Pagine272, € 18,00) pluriacclamata autrice che si cimenta in una storia di amor cortese e medioevo dove la povera Marie, figlia illegittima di re, è sbattuta ad invecchiare ed a stare nascosta ai vivi, nell’abazia dimenticata da Dio e dagli uomini.
Questo l’incipit per definire il contesto letterario: Lauren Groff torna al romanzo con una storia serrata e originale, che ha il passo dell’epica, la luce di una canzone d’amor cortese e lo scintillio tagliente dell’anima della sua Marie.
Ma sulla trama, nel suo specifico cosa sappiamo? “Inghilterra, Dodicesimo secolo. Marie, – leggiamo nel risvolto di copertina – bandita dalla corte della regina Eleonora d’Aquitania, che ama di un amore ardente, è una ragazza sola, figlia illegittima di re, inutilmente colta, inutilmente appassionata, destinata com’è a una vita di clausura in un’abbazia che ha conosciuto giorni migliori, abitata da un piccolo popolo di donne inacidite dalla segregazione, dispettose, anche solo vecchissime. Però Marie riconosce in quell’enclave isolata, così importante per l’economia del contado, una possibilità di crescita, di potere, anche. E così prende le redini di un’impresa tutta da costruire che la porterà a scivolare in silenzio fuori dal raggio autoritario del clero locale, verso un’indipendenza di spirito e di azione destinata a trasformare l’abbazia in un cuore pulsante di energie, fervido di progetti, illuminato, vivo, in cui ogni donna ha il suo posto e la sua occasione di brillare. Ma da fuori premono l’invidia, le chiacchiere, la curiosità morbosa per quell’Utopia prima del tempo, tutta al femminile; e la badessa Marie è la prima a rendersi conto che libertà di pensiero e controllo della comunità sono a tratti inconciliabili, che il potere si conquista e si mantiene a caro prezzo, che le passioni, di qualunque tipo, sono pericolose. Tra autentiche credenti, reiette e bastarde, figlie cadette, ragazze sole al mondo gettate via come stracci, nobildonne radiose, la vita dentro le mura del convento, al centro di un labirinto progettato per isolarlo dalle brutture, è complicata quanto quella di fuori, forse anche di più. Lauren Groff torna al romanzo con una storia serrata e originale, che ha il passo dell’epica, la luce di una canzone d’amor cortese e lo scintillio tagliente dell’anima della sua Marie.”
L’autrice imbastisce una storia romanzata per raccontarci di una resistenza tutta al femminile, nonostante la condizione, nonostante, il sesso, nonostante il tempo storico e mettiamoci pure nonostante il fatto di essere donna: Marie resiste e vince, con una capriola esistenziale ribalta oltre che sé stessa il mondo che la circonda. Quale miglior esempio luminoso e profetico da imitare?
Giustamente la critica sottolinea che: “Costruendo un labirinto che la avvolga, dotato di un passaggio segreto, una strada così intricata da sgomentare chiunque salvo i visitatori più determinati, Marie potrebbe tenere le sue figlie lontane dall’influenza corruttrice del mondo. Potrebbero restare in questo angolo di terra dove l’abbazia si trova da sempre, con le sue figlie lontane da tutto, racchiuse, al sicuro. Sarebbero bastanti a loro stesse. Un’isola di donne.”
Stiamo attenti però, sembra volerci ammonire Lauen Groff: “queste autentiche credenti, reiette e bastarde, figlie cadette, ragazze sole al mondo gettate via come stracci, nobildonne radiose e figlie illegittime di re” – per citare quanto già riportato – non sono solo esseri viventi sfortunati, sono soprattutto Donne con quella D maiuscola, che le contraddistingue non nella loro quotidianità spesso meschina e faticosa del loro tempo, quanto piuttosto nella straordinarietà della sventura che le fa tirare fuori, vedi Marie, il meglio della loro condizione femminina e, in ultima analisi, superiorità.
Lauren Groff, classe 1978 è nata a Cooperstown e vive a Gainseville, in Florida. Scrive regolarmente per il New York Times, il New Yorker, l’Atlantic Monthly e tutte le più importanti riviste letterarie americane e internazionali. I suoi racconti sono stati selezionati più volte per la prestigiosa raccolta Best American Short Stories. Arcadia è stato nominato uno dei romanzi più belli del 2012 dal New York Times, dal Washington Post, da Kirkus Reviews, da BookPage, da Vogue, da Salon, da Book Riot e da molti altri giornali e blog di lettori. Tra gli altri suoi titoli ricordiamo: I mostri di Templeton(2008) e Fato e furia(2016).