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«Il prezzo del futuro», Alan Friedman e la grande occasione dell’economia italiana

Di Diana Ridini

Qual è il futuro dell’economia italiana? Quanto sarà profondo il danno che la guerra in Ucraina apporterà alla ripresa, e quale sarà l’impatto dell’emergenza energetica sulla transizione ecologica? Le riforme di Draghi basteranno per modernizzare il paese in cinque anni? E quali sono i rischi per l’economia dopo le elezioni del 2023? Sono soltanto alcuni degli interrogativi a cui cerca di dar risposta Alan Friedman nel suo ultimo libro edito da ‘La Nave di Teseo’ dal titolo «Il prezzo del futuro. Perché l’Italia rischia di sprecare l’occasione del secolo». Si tratta di un lungo saggio in cui l’autore traccia il ritratto di un paese al bivio, turbato da due emergenze diverse: la pandemia prima e la guerra in Ucraina poi. Due fatti straordinari che hanno ridisegnato non solo il nostro modus vivendi, ma anche la situazione geopolitica rimasta pressocché immutata dalla fine della seconda guerra mondiale.

Per Friedman l’Italia ha tutto il potenziale – le abilità e i mezzi – per riemergere più forte dopo anni di crisi, deve solo dimostrare di volerlo davvero. «Il prezzo del futuro» è una guida per scansare i pericoli e le insidie di un percorso accidentato e imboccare la strada giusta, ma anche per riflettere sul passato e cercare di non commettere gli stessi errori. Alan Friedman affronta nel suo saggio i temi caldi dell’attualità, tastando il polso dell’economia italiana e interrogando la politica, con un occhio sempre attento ai cambiamenti della società. Il giornalista statunitense conduce il lettore faccia a faccia con quattro ex premier, otto ministri del governo Draghi e svariate figure chiave del mondo della finanza italiana e internazionale, senza temere di allargare il raggio della sua indagine a Bruxelles e a Washington, con interviste ai funzionari di massimo grado della Commissione europea e dell’amministrazione Biden. Ne viene fuori un racconto intenso, appassionato, che rivela sotto una luce inattesa non solo i processi decisionali che modellano la vita quotidiana della popolazione, ma anche le persone, gli uomini e le donne, che queste scelte compiono ogni giorno.

Perché il Pnrr è una sfida che riguarda tutti noi, l’ha spiegato a chiare lettere anche qualche giorno fa il presidente del consiglio Mario Draghi: se le riforme non vanno avanti perché rallentate dagli egoismi dei leader dei partiti l’Italia rischia di non rispettare le deadline semestrali. E la Commissione Europea potrebbe non erogare i fondi per i progetti finanziati dal Pnrr. Un pericolo che non possiamo correre. Friedman rimarca nel suo libro che in un’epoca di profonda incertezza economica, con le previsioni del tasso di crescita del Pil del 2022 ormai dimezzate per colpa della guerra, con la fiducia degli investitori che collassa, i soldi che vengono investiti in virtù del Pnrr rappresenteranno un’utilissima iniezione di liquidità. Difatti tale denaro potrebbe contribuire a controbilanciare la riduzione del tasso di crescita, attutendo lo choc per la macroeconomia. L’obiettivo dell’Italia dunque quello di seguire la tabella di marcia.

Alan Friedman, giornalista statunitense che ha scelto di vivere in Italia, è stato un giovanissimo collaboratore dell’amministrazione del presidente Jimmy Carter, corrispondente del «Financial Times», inviato dell’«International Herald Tribune», editorialista del «Wall Street Journal» e produttore e conduttore di vari programmi televisivi in Gran Bretagna, Stati Uniti e Italia. Tra i suoi libri, “Tutto in famiglia” (1988), “La madre di tutti gli affari” (1993), “Il bivio” (1996). Nel 2017 Newton Compton ha pubblicato “Questa non è l’America”; l’anno dopo “Dieci cose da sapere sull’economia italiana prima che sia troppo tardi”. Nel 2019 “Questa non è l’Italia. Storie segrete e verità shock dietro il nuovo volto del nostro Paese”.

Alan Friedman
Il prezzo del futuro. Perché l’Italia rischia di sprecare l’occasione del secolo
La nave di Teseo, 2022

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