“Elogio della Prima Repubblica”, è questo il titolo che Stefano Passigli dà al suo ultimo lavoro. Il politico e professore toscano non lascia di certo dubbi sullo scopo che ha il suo nuovo saggio. L’obiettivo dichiarato infatti è quello di rivalutare positivamente i traguardi di sviluppo economico e sociali raggiunti nell’arco della prima repubblica, il tempo compreso tra l’inizio dell’età repubblicana e la fine degli anni Settanta.
Se infatti sull’inizio della fase repubblicana italiana non vi possono essere dubbi o opinioni, coincidendo del tutto con la rinascita del paese uscito dal secondo conflitto mondiale e dalla dittatura fascista, secondo Passigli la pima repubblica va intesa fino all’uccisione di Moro prima e alla scomparsa poco dopo di Berlinguer, e non, come da prassi, con lo scandalo di Mani Pulite, considerato comunemente l’evento epilogo di quella lunga stagione.
Secondo l’ottantatreenne ex-professore bisogna considerare gli anni dei governi Craxi e quelli successivi dell’asse Craxi-Andreotti-Forlani, come già al di fuori della storia della Prima Repubblica per una semplice ma non scontata motivazione: i periodi analizzati sono quelli del riformismo centrista prima, del centrosinistra, e della solidarietà nazionale con la lotta al terrorismo degli anni ’70. È lungo questo percorso che l’Italia trova posto tra le democrazie occidentali. Sono questi gli anni caratterizzati dalla conventio ad exludendum nei confronti del Partito Comunista trasformatisi poi nel tentativo di superare la “democrazia bloccata” e di dar vita almeno a una prospettiva di “democrazia dell’alternanza”. Tale tentativo è legato in modo indissolubile ai nomi di Moro e Berlinguer: la loro drammatica uscita di scena segnala l’esaurimento di una fase storica e delle speranze che aveva suscitato.
Oltre ad una buona analisi del periodo storico-politico italiano e ad una tesi con cui non tutti possono trovarsi d’accordo (ma che regala in ogni caso ottimi punti di riflessione), è anche la sua capacità di sfatare vari luoghi comuni che aleggiano intorno a questa pagina della nostra storia il motivo per cui vi consigliamo caldamente questo libro. Certo, si può discutere sull’esclusione degli anni ’80 con il pentapartito, la nuova presenza sullo scenario internazionale, la crisi del Pci e poi del “craxismo”, scelta motivata che tuttavia lascia l’idea di voler semplificare lo scopo che il Passigli si è posto. Ciò non toglie però tutti i lati positivi riscontrati in questo saggio, ma per onor di cronaca non possiamo far notare che la cornice Moro-Berlinguer non esclude che ci sia stato anche altro, se si vogliono fare i conti con la storia.
Stefano Passigli
Elogio della Prima Repubblica
La nave di Teseo, 2021