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“Léon”: il ritorno dell’Iguana nel sequel di “Almost Blue” di Carlo Lucarelli

La poliziotta Grazia Negro, il suo ex fidanzato non vedente Simone e l’Iguana, feroce serial killer fuggito dal manicomio criminale dove era rinchiuso.
Gli elementi dei romanzi del passato di Carlo Lucarelli – soprattutto “Almost Blue “- ci sono tutti in questo ritorno al giallo dello scrittore, che porta in libreria “Leon” (Einaudi), inserendo però stavolta anche l’enigmatico personaggio del tassista Roberto, che scrive su Twitter , fa video su Instagram e nel suo taxi ha una scritta in molte lingue con il numero della Casa delle donne. Sullo sfondo la pandemia da COVID-19.

Bologna, Ospedale Maggiore. Grazia Negro è ancora stordita dall’anestesia per il cesareo eppure sorride. Finalmente, a dispetto di tutto, è quello che ha scoperto di voler essere: una madre. Basta con le indagini, basta con i morti, basta con la caccia ai mostri. È felice. Ma un attimo dopo capisce che qualcosa non va. Un’infermiera le porta via la culla con le gemelle appena partorite, mentre un agente spinge il suo letto fuori dalla stanza. L’Iguana, il pazzo assassino che anni prima aveva preso di mira gli studenti dell’università, è scomparso dalla struttura psichiatrica in cui era detenuto, lasciando due morti dietro di sé. Era stata Grazia a catturarlo. Per questo trasferiscono lei e le bambine in un luogo segreto. E per questo conducono lí anche Simone, il suo ex compagno, il giovane non vedente che l’aveva aiutata nell’indagine. Però non è sufficiente. Ci sono zone buie, in questa storia, che nascondono sorprese molto pericolose. Nessuna fra le persone coinvolte nel caso è al sicuro.

“Leon” è un romanzo ricco di suspense, dove regna la paura. “Erano rimasti aperti alcuni conti. Avevo delle curiosità su Grazia Negro e soprattutto su Simone. Avevo in mente vaghe idee e poi improvvisamente mi è esplosa in testa tutta la storia ed è diventato importante per me scriverla – dice Lucarelli all’Ansa -. Fin dall’inizio e nello sviluppo nei romanzi seguenti Grazia aveva un punto interrogativo: che cosa voleva essere, un poliziotto, una cacciatrice di uomini o una madre? Mi interessava un personaggio strano, ossessionato e al limite, come lei, a confronto con qualcosa che è la vita quotidiana. Simone, invece, era un po’ sparito, dopo ‘Almost Blue’, mancava il suo punto di vista che è strano ma non solo perché è non vedente. ‘Leon’ è molto più vicino ad ‘Almost Blue’ degli altri romanzi che ho scritto con Grazia Negro. E’ un ritorno alle origini di cui sono stato contento perché sono saltate fuori delle cose che credevo di avere dimenticato”.

Altra analogia con “Almost Blue” è il titolo: “Leon”, anch’esso preso da una canzone della band dei Melancholia. “La scintilla me l’hanno data ancora loro – svela lo scrittore -. E’ una tradizione, come per ‘Almost Blue’ era stato vedere Chet Baker che canta la canzone di Elvis Costello. I Melancholia li ho visti a XFactor ed è stata una scoperta, questa volta sono stati loro ad accendere la chiavetta”.

Carlo Lucarelli
Léon
Einaudi, 2021

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