in , ,

“Il grembo paterno”, domande sull’amore e una storia di padri e figli

Di Domenico Cacciola

Chiara Gamberale firma il suo nuovo potente romanzo, edito da Feltrinelli

Ci sono di quelle domande che non basta una vita per scacciarle lontane. Si ripresentano puntuali e bussano perfino, come direbbe il poeta, nell’inverno del nostro scontento. Dove e quando impariamo ad amare e in definitiva quando succede di ammalarsi d’amore, come si può guarire?

Ma non sono solo questi gli interrogativi che l’ultima fatica letteraria della scrittrice romana Chiara Gamberale, dal titolo Il grembo paterno (edizioni Feltrinelli, collana i Narratori, pagine 224, euro 18,00) mettono sul banco del lettore. “Ci sono persone – si legge nelle note della casa editrice – che, quando le incontriamo, “ci bussano al sangue”: e Adele, quando incontra Nicola, (il pediatra della sua figlioletta Frida, n,d,r,) è certa di avere trovato la persona con cui sentirsi finalmente intera. Ma Nicola è legato da un patto antico a un’altra donna, con lei ha due figli, mentre Adele cresce sua figlia da sola, dopo una vita di sfide e fughe che pare incastrarla in un’eterna adolescenza. Quando l’intesa con Nicola comincia a vacillare, proprio quell’adolescenza le chiede, prepotente, ascolto”.

Tutto questo sarà la causa scatenante di un ritorno e forse anche di un inizio. È una storia d’amore certo, quella di Adele e Nicola che tuttavia si intreccia con un’altra storia d’amore, antica, eterna, sempre uguale, qualcuno ha scritto a ragione, in una spola continua tra passato e presente: quella spesso conflittuale tra padri e figli:

“Così, in una notte fatale, -proseguono le note editoriali – che segnerà per sempre il destino dell’umanità, Adele torna come in sogno al paese dove è nata, marchiata da un soprannome, “Senzaniente”, che è pesato sulla sua famiglia perfino dopo che il padre, Rocco, ha sfidato la miseria e conquistato il benessere. La storia fra Adele e Nicola s’intreccia allora alla storia di Adele e suo padre, in una spola sempre più serrata fra passato e presente, dove quello che ci è stato tolto quand’eravamo bambini rischia di diventare l’unica misura di quello che il mondo ci potrà offrire. Fra medici che dovrebbero curare e invece mettono in pericolo, una donna che guarda dalla finestra il capodanno degli altri e un’altra che danza con uno straccio, nessuno degli indimenticabili personaggi di questo romanzo riesce a tenere stretto quello che è convinto di desiderare, mentre l’intrinseca violenza delle relazioni si mescola alla loro intrinseca dolcezza. E una televisione sempre accesa si prende gioco dello sforzo di tutti di credere alla propria esistenza”.

Certamente Walter Siti scrivendo del romanzo della Gamberale ne ha colto il cuore pulsante: “Chiara Gamberale ha finalmente affrontato il suo Grande Fantasma, trovando una lingua nuova e più matura; oltre la geografia dei sentimenti, ci consegna un vero e proprio romanzo di formazione”

Chiara Gamberale

Gli fa eco lo scrittore Paolo di Paolo che non risparmia rimandi ed issimi per dire tutto il suo apprezzamento sincero: “Come ci educano ad amare le persone che amiamo? “Il grembo paterno” interroga la strana responsabilità che comporta non solo l’amore dato, ma anche l’amore ricevuto. Con pagine crepitanti, che attingono in modo nuovo a quel lessico che chiamiamo “famigliare”, Chiara Gamberale ha scritto un romanzo ispiratissimo e commovente”

Infine sappiamo conoscendo ed apprezzando la bravura di questa narratrice dei luoghi dell’anima che non sempre è facile scendere all’origine delle nostre domande sull’amore, in quella terra scoscesa dove abbiamo cominciato a essere la persona che siamo, per regalarci le sue pagine più potenti, commosse e ispirate. Era la nostalgia, ora lo so, per le cose quando non sono ancora successe.

Chiara Gamberale è nata nel 1977 a Roma, dove vive. Con Feltrinelli ha pubblicato Per dieci minuti (2013), Adesso (2015), le nuove edizioni de La zona cieca (premio Campiello Giuria dei letterati 2008) e dell’opera d’esordio Una vita sottile (1999; 2018), L’isola dell’abbandono (2019). Ha scritto, fra gli altri, Le luci nelle case degli altri (2010) e Qualcosa (2017). I suoi libri sono tradotti in sedici paesi. È autrice e conduttrice di programmi televisivi, radiofonici, come Io, Chiara e L’Oscuro, e del podcast Gli Slegati. Collabora con “La Stampa”, “7 Corriere della Sera” e “Donna Moderna”. Ha ideato e dirige il Festival Procida Racconta.

Chiara Gamberale
Il grembo paterno
Feltrinelli

“Il sangue della montagna”. Intervista a Massimo Maugeri

Riesci a trovare i 3 fenicotteri speciali? Nessuno li vede tutti