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“Un giorno verrà”: un romanzo di fede, speranza e anarchia tra carestie e guerre

Il libro di Giulia Caminito, edito da Bompiani, dal titolo Un giorno verrà è un reportage delle vite speciali di uomini e donne che non fanno la storia, forse, ma che arricchiscono il genere umano. Ambientato nel borgo marchigiano di Serra de’ Conti ai primi del Novecento, può definirsi a pieno titolo romanzo di famiglia e di anarchia: una bella ripartenza per questa seconda prova d’autore.

di Mimmo Cacciola

Seconda prova per Giulia Caminito con questo suo Un giorno verrà (Editore Bompiani, Collana Narratori italiani, Pagine 240, € 15,20) ed è subito finali e premi. La sua ultima fatica lascia già parlare di sé esperti ed appassionati, smuovendo le fin troppo stagnanti acque del dibattito culturale italiano.

Un romanzo di famiglia e d’anarchia. Personaggi densi e autentici dalla voce di una scrittrice alla seconda prova dopo il brillantissimo esordio con La grande A. Nicola e Lupo non erano fratelli e basta, non erano sangue e basta, erano più della guerra, erano più dell’anarchia, erano stati covati dal mondo per esistere insieme, dovevano esserci per forza nello stesso momento.”

Ecco un incipit degno di un romanzo russo che, come per certa letteratura dell’Est, mescola ed insaporisce tutti gli ingredienti necessari per un piccolo capolavoro: vita e morte, miseria e riscatto, forza e coraggio, primi ed ultimi sbattutti di qua e di là sulla nave in tempesta della storia del secolo ventesimo.

Lupo e Nicola nascono alle soglie del secolo nuovo, – si legge ancora nelle note – il Novecento, ultimi della progenie di Luigi Ceresa, fornaio nel borgo marchigiano di Serra de’ Conti. La vita dei Ceresa è durissima, come quella di tutti gli abitanti di Serra, miserabili mezzadri che vedono morire i figli uno dopo l’altro. Lupo, vigoroso e ribelle, e il fragile Nicola sopravvivono, forse in virtù della forza che li unisce pur nella loro diversità. Zari nasce in Sudan, ma viene rapita ancora bambina e convertita: pochi sanno che questa è l’origine della Moretta, la badessa del convento di clausura di Serra, che con la sua musica straordinaria e la sua forza d’animo è punto di riferimento per tutta la comunità. Ma il vento della storia soffia forte: le idee socialiste e quelle anarchiche, capaci di aprire gli occhi a quei ragazzi cresciuti nella fame, la Settimana Rossa del ’14, la Grande Guerra, l’epidemia di Spagnola. Per Lupo, Nicola e la Moretta non sarà semplice resistere e scoprire il segreto che ha tenuto legate le loro esistenze”.

Allora la capiamo meglio, questa storia di noi tutti, dei nostri nonni e bisnonni, leggendo il bel romanzo di Gulia Caminito che ci prende per mano e ci conduce attraverso quel mondo della lotta e del coraggio, della speranza e dell’utopia forse non ancora del tutto scomparsa.

Giulia Caminito, classe 1988, nasce a Roma. È laureata in Filosofia politica. Suo padre è originario di Asmara, sua nonna e suo nonno si sono conosciuti ad Assab, la sua bisnonna fu guidatrice di camion, contrabbandiera di alcolici e personalità vivace della comunità italiana d’Etiopia ed Eritrea. La Grande A, il suo romanzo d’esordio, è dedicato all’avventurosa vita della bisnonna e ha avuto numerosi riconoscimenti, il premio Bagutta Opera Prima, il premio Berto e il Premio Brancati Giovani. Ha scritto il suo primo libro per bambini La ballerina e il marinaio (Orecchio Acerbo 2018). Per Un giorno verrà, pubblicato da Bompiani nel 2019, ha ricevuto il XXVIII Premio Fiesole Narrativa Under 40. Nel 2021 ha vinto il Premio Campiello con il libro L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani, 2021).

Giulia Caminito
Un giorno verrà
Bompiani, 2019

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