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“La bambina sputafuoco”, storia di mille cieli stellati, due vite e un destino

In libreria per tipi di Garzanti, il libro dal titolo La bambina sputafuoco, metafora moderna di piccoli eroi comuni che si rifugiano in mondi fantastici per lottare contro la malattia. Giulia Binando Melis, firma un opera prima piena zeppa di speranza ed ironia, di mondi incantati e letti di ospedale dove bambini innocenti, come tutti i bambini malati, lottano tra la vita e la morte sognando un altrove azzurro, guardando ed immaginando fuori dalla finestra, che li liberi dal male

di Mimmo Cacciola

Ecco l’antidoto alla sofferenza: sembra dirci senza mezzi termini chi la sofferenza l’ha patita sulla sua carne. Stiamo parlando di Giulia Binando Melis che con il suo bel libro La bambina sputafuoco (Editore Garzanti, Collana Narratori moderni, pagg. 336, € 15,96) ci narra di una disperata lotta per la sopravvivenza, quella appunto sua e dei suoi compagni, combattuta a suon di fantasie e luoghi magici. Giusto il tempo per dirsi ancora vivi col sorriso sulle labbra e l’ironia intatta ed innocente dei bambini.

Se ascoltassimo il bambino che è in noi, – raccomandano dalla Garzanti con le note editoriali che parlano in prima persona – la sua fantasia ci tirerebbe fuori da tutti i guai. Io mi chiamo Mina e mi piacciono molte cose: denti di leone, tonno in scatola, libri, ricotta, lucciole e soprattutto i draghi, e le fiamme che escono dalla loro bocca. I draghi nessuno li uccide, sono fortissimi e per questo io mi sento una di loro, infatti la prima volta che ho visto Lorenzo non mi sono neanche spaventata. Lui era infuriato, urlava forte e mi ha lanciato un’occhiataccia. Ma io lo so che era solo molto arrabbiato, come me. Stare qui non ci piace per niente e questo è stato un ottimo motivo per diventare amici. Insieme facciamo sul serio. Siamo davvero due brutti ceffi e di fronte a noi se la danno tutti a gambe, perfino la paura”.

La normalità stravolta di una bimbetta che si ammala non è certo cosa facile da rimettere al suo posto. Tuttavia, assieme a medici straordinari ed infermieri mitici anche le medicine non bastano. Ecco allora che la fantasia corre in soccorso di questi poveri bambini provati dalla vita e dalla malattia. Se urlare non serve, immaginare può salvarti la vita.

Il nostro mondo – continuano le note editoriali del libro – ha le regole che abbiamo deciso: ci sono mostri dentro i laghi, gnomi che aspettano il diploma di magia, gocce d’acqua che diventano animali fantastici e licantropi che esistono davvero. Chi non ci crede noi non lo ascoltiamo perché nonostante quello che dicono gli adulti, questa non è immaginazione. Questa è la realtà. Quella migliore per mettere a punto il nostro piano segreto. Un piano di fuga coi fiocchi. Perché io e Lorenzo dobbiamo scappare. Andarcene via dall’ospedale dentro cui viviamo ormai da troppo tempo e raggiungere il mondo fuori. Perché quando rivedremo il cielo, ogni cosa cambierà. Perché quando siamo insieme non ci batte nessuno

Questa fuga in avanti, la fuga di ognuno di noi ogni santo giorno che Iddio manda sulla terra, quando ci addormentiamo e quando ci svegliamo, più o meno consapevolmente è metafora della fatica del vivere. Una realtà capovolta che diventa essa stessa vera così come un sogno ad occhi aperti. Non solo malattia, allora, quanto speranza di sfuggire al dolore, grandi o piccini non importa, anzi, ritrovarsi piccoli da grandi può essere cosa buona e giusta per sconfiggere i draghi nemici del nostro esistere.

Ci sono esordi che risuonano nel cuore – si legge nelle critiche lusinghiere – di chi li legge per molto tempo. È così per La bambina sputa fuoco. Noi siamo Mina quando ascoltiamo il bambino che abbiamo dentro. Quando lasciamo che la fantasia ci faccia da guida. Quando ci fidiamo di un’amicizia vera, che non ci fa sentire soli. Tratto dall’esperienza dell’autrice, è un romanzo che insegna come il potere dell’immaginazione possa tirarci sempre fuori dai guai. Come ad esempio quella di Alberto Grandi per Wired: «Ci sono romanzi che compiono il miracolo di creare una voce, renderla credibile e degna di essere ascoltata. L’autrice compie un doppio miracolo: la voce del suo romanzo è quella di una bambina e senza sentimentalismi arriva al cuore di noi adulti che la leggiamo.»

Giulia Binando Melis è laureata in Filosofia con una tesi sulla morte, giura di essere un tipo allegro. Di giorno realizza progetti narrativi come creativa freelance, di sera è una cantante piano bar; solitamente non fa lo sbaglio di invertire.

Giulia Binando Melis
La bambina sputafuoco
Garzanti, 2022

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