L’esperienza omogenitoriale di Christian De Florio e Carlo Tumino dopo il naturale passaggio dal blog e dai social è ora un libro dal titolo Quattro uomini e una stella edito da Rizzoli. Vi si racconta il reale di una scelta difficile, sofferta, contrastata e tuttavia carica di speranza e bellezza, il tutto supportato dal grande amore che muove i due protagonisti ed i loro due splendidi gemellini. Un esempio di civiltà e coraggio che deve far riflette
di Mimmo Cacciola
Christian De Florio e Carlo Tumino sono due uomini che si amano. Sono due esseri umani che sognano. E nel farlo vedono una famiglia nel loro futuro. Ed allora non si perdono di animo e si affidano alla forza invincibile e trainante di questo nostro universo sconosciuto e cioè, l’amore. Si sposano, mettono su casa e, purtroppo, poiché in Italia non è consentito, emigrano negli States per realizzare il loro legittimo sogno di avere dei figli, e per farlo ricorrono alla maternità surrogata che gli regala due splendidi gemellini. Ora, questa bellissima esperienza è un libro dal titolo Quattro uomini (Editore Rizzoli, Collana Saggi italiani, Pagine 288, € 17,10) la cui storia dopo essere passata, come spesso è naturale dai blog e dai social, ridiventa carta per la curiosità e la gioia di noi tutti lettori.
“Noi siamo questi – si legge nella scheda di presentazione – : non viviamo in una casa piena di unicorni e non vestiamo di pelle o arcobaleno, ma indossiamo rughe e occhiaie, a dimostrazione che dormiamo poco e ridiamo tanto”. Carlo Tumino, 34 anni, originario di Siracusa, è il papà di Sebastian e Julian, due splendidi gemelli eterozigoti di quasi due anni. Sono nati a Las Vegas ed hanno la doppia cittadinanza. Christian De Florio ha invece 43 anni ed è amministratore di una società di Milano che si occupa della gestione e dell’erogazione di servizi integrati: anche lui è il papà di Seba e Julian. Christian e Carlo, dopo essersi conosciuti ad un torneo di beach volley e dopo la loro unione civile nel 2017, sono infatti entrambi genitori dei due gemellini grazie ad una maternità surrogata negli Stati Uniti”.
Ma il messaggio che lasciano, come in una una capsula del tempo, ai loro gemellini è bellissimo e commovente:
«Dire la verità ai nostri figli è come regalargli una bussola, – scrivono i due protagonisti – e quando un giorno si allontaneranno per cercare la loro verità o si perderanno dietro le verità distorte che qualcuno proverà a raccontargli, quella bussola li porterà al punto di partenza. Quel luogo si chiama “amore” e sono secoli che se ne frega delle cattiverie, delle malelingue, delle battute da bar dello sport. Sono secoli che passa e se ne infischia, abituato a guardare altro e oltre.»
I due genitori, poi, spiegano tutte le difficoltà per poter essere, in Italia, dei genitori pur non dello stesso sesso
“In Italia non è possibile neanche l’adozione, così siamo dovuti andare oltreoceano –racconta Christian-. Quando ci siamo innamorati ci siamo detti le cose per noi più importanti, e tra queste c’era anche l’esigenza di diventare papà. Un’esigenza che accomuna praticamente tutte le persone desiderose di mettere su famiglia. Tramite un’agenzia, sono così arrivati a conoscere Krista, quella che poi è diventata la madre surrogata dei piccoli. Negli Stati Uniti la maternità surrogata coinvolge, oltre ai genitori intenzionali, anche due donne –spiega Carlo-: una donatrice di ovulo e poi la belly mommy, appunto la madre surrogata”.
Poi spiegano come e quali siano gli aspetti psicologici, affettivi, altruisti di chi si dona per realizzare il sogno di altri.
“Con lei, (la mamma donatrice, n.d.r.) dopo il parto, si è venuto a creare un legame così forte da renderla parte integrante della loro famiglia allargata, tant’è che le feste natalizie le trascorreranno proprio dall’altra parte dell’Atlantico. “Ci sentiamo tutti i giorni, fa parte della nostra vita” assicura Christian. E questo dimostra, come ci tengono a precisare entrambi, che in America le donne che decidono di donarsi in questo modo non lo fanno per soldi. Devono aver avuto già dei figli, non essere in difficoltà economiche, devono superare diversi test psicologici e dimostrare che il loro è un gesto completamente disinteressato da altri vantaggi personali che ne potrebbero trarre”.
Infine la burocrazia e le sue orrende problematiche che, invece di rendere più facile la vita dei cittadini spesso la complicano e non ultimo il messaggio a tutti coloro che avversano o non sanno abbastanza di questa realtà con la quale tutti, volenti o nolenti, dovremo fare i conti.
“In Italia c’è un vero e proprio vuoto giuridico” commenta Christian. “I bambini avevano bisogno di essere iscritti all’anagrafe semplicemente perché dovevano essere vaccinati o perché dovevano avere un pediatra – esemplifica Carlo – e per qualche mese abbiamo avuto delle difficoltà, perché non esiste una trascrizione automatica di un atto di nascita estero di una coppia formata da persone dello stesso sesso”. Per arrivare alla trascrizione, la loro famiglia ha dovuto girovagare un po’, ma adesso vive finalmente in pianta stabile a Coriano, vicino Rimini, coi gemellini registrati regolarmente proprio nel municipio del capoluogo. Il nostro intento non è quello di promuovere la maternità surrogata – chiarisce Carlo – ma semplicemente, tramite la realtà, dimostrare che anche due uomini, così come due donne, un uomo o una donna singola, possono crescere tranquillissimamente un bambino. Loro esistono e credo che sì, stiamo facendo un buon lavoro – aggiunge –: lo riconosci immediatamente quando un bambino è sereno. Purtroppo le famiglie omogenitoriale vengono sempre strumentalizzate, ma non si danno mai le informazioni necessarie per farsi un’idea in merito: noi stiamo cercando di cambiare narrazione, parlando effettivamente di quello che succede, della realtà. Perché noi lo siamo, non siamo un’opinione. Vorremmo che le persone – conclude Carlo – capissero veramente che poi in realtà non siamo così diversi”.
Christian De Florio (Milano, 1976) e Carlo Tumino (Ragusa, 1985), dopo la nascita dei loro figli Julian e Sebastian, raccontano sui loro canali social le dinamiche di una famiglia tutta al maschile attraverso il progetto editoriale dei “Papà per scelta”. Da anni intervengono nelle scuole di tutta Italia per sensibilizzare sui temi dell’inclusività, del bullismo online e dell’omogenitorialità.