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“Viola e il Blu”, dipingere la propria vita con i colori che si preferiscono

La storia di Viola, una bambina che gioca a calcio, sfreccia in monopattino e ama vestirsi di Blu: la racconta “Viola e il blu” di Matteo Bussola. Viola i colori li scrive tutti con la maiuscola, perché per lei sono proprio come le persone: ciascuno è unico. Ma non tutti sono d’accordo con lei, specialmente gli adulti. Tanti pensano che esistano cose ‘da maschi’ e cose ‘da femmine’, ma Viola questo fatto non l’ha mai capito bene. Così un giorno decide di chiedere al suo papà, che di lavoro fa il pittore e di colori se ne intende. È maggio, un venerdì pomeriggio, il cielo è azzurrissimo e macchiato di nuvole bianche, il papà è in giardino che cura le genziane. Le genziane hanno un nome da femmine, eppure fanno i fiori Blu. Però ai fiori, per fortuna, nessuno dice niente. Non è come con le persone, pensa Viola. Un fiore va bene a tutti così com’è… In questa storia, ispirata dalle conversazioni con le sue figlie, Matteo Bussola indaga gli stereotipi di genere attraverso gli occhi di Viola, una bambina che sa già molto bene chi è e cosa vuole diventare. Un racconto per tutti, che celebra la forza della diversità e l’importanza di crescere nella bellezza e nel rispetto delle sfaccettature che la vita ci propone. Una storia dedicata a tutti quelli che vogliono dipingere la propria vita con i colori che preferiscono.

“Se cresciamo i nostri figli e figlie – spiega Busssola – con l’idea, esplicita o implicita, che ci siano cose “da maschi” e cose “da femmine”, cose solo “da mamma” e cose solo “da papà”, territori esclusivi e impermeabili, ecco che il cosiddetto binarismo – con le sue discriminazioni – è servito, e che sia di genere o di ruolo poco cambia. Perché si tratta di un seme maligno che, una volta che è riuscito ad attecchire, è molto difficile da estirpare”.

È un male insidioso – spiega ancora Bussola – che cresce piano, seguendo percorsi quasi obbligati, quando per esempio educhiamo le nostre figlie a essere ubbidienti e docili, a “fare le brave”, mentre ai maschi viene concesso con più facilità di essere indisciplinati e liberi. Cresce quando, durante l’adolescenza, le femmine che sperimentano la propria sessualità vengono considerate ragazze facili, invece per i maschi sembra appartenere all’ordine delle cose. Si alimenta quando, diventando adulti e a parità di bravura, per una promozione viene scelto un uomo invece che una donna.

Matteo Bussola
Viola e il Blu
Salani, 2021

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