“Più vedevo le cose precipitare più mi rifiutavo di accettare la realtà. L’unica cosa che mi interessava era compiacerlo e non mi importava che il prezzo da pagare fosse la mia infelicità e di riflesso quella di mio figlio”.
Selvaggia Lucarelli torna in libreria con “Crepacuore” (Rizzoli) per raccontare la sua esperienza di dipendenza affettiva in una relazione tossica durata quattro anni, tra inizio idilliaco, passione, umiliazione, disperazione, abbandono, degradazione, addii e ricadute.
“Quando non eravamo insieme sentivo uno strano disordine emotivo, una specie di febbre, di sete che dovevo placare – racconta ancora la giornalista, firma de Il Domani e giudice di Ballando con le Stelle su Rai1 -. Vivevo le mie giornate senza di lui come un intervallo, una pausa dell’esistenza. Mi spegnevo, in attesa di riaccendermi quando lo avrei rivisto. Ero appena diventata una giovane tossica, convinta, al contrario, di aver colmato quella zona irrimediabilmente cava della mia esistenza”.
In quei quattro anni nulla nella vita di Selvaggia Lucarelli ha avuto scampo: dal lavoro agli amici, l’ossessione per una storia che non aveva alcuna possibilità di funzionare, piano piano, come un fungo infestante, ha intaccato tutto quello che la circondava. Perfino l’amore per suo figlio, che finisce trascurato tra decisioni imprudenti e un’asfissiante sindrome abbandonica. “Oggi, guardandomi indietro, faccio ancora fatica ad ammetterlo, ma la felicità di mio figlio, la sua sicurezza perfino, erano la cosa più importante solo in quei rari momenti in cui sentivo di aver messo la mia relazione al sicuro – svela ancora -. L’unico pericolo che avvertivo come costante e incombente era quello che lui mi lasciasse per la mia evidente inadeguatezza”.
Con coraggio, senza fare sconti soprattutto a sé stessa, racconta come un incontro tra un uomo che non vede nulla oltre sé stesso e una donna che non vede nulla oltre lui può trasformarsi in una devastante dipendenza affettiva da cui la protagonista uscirà solo dopo aver toccato il fondo. Solo dopo aver compreso cos’era quel vuoto da colmare e perché ha coltivato la speranza distruttiva che qualcuno potesse colmarlo. “Siamo stati, insieme, una profezia feroce – conclude – che per avverarsi aveva bisogno delle ferite di entrambi”.
Selvaggia Lucarelli
Crepacuore. Storia di una dipendenza affettiva
Rizzoli, 2021