È uscito da poco più di un mese l’ultimo lavoro del grande Daniel Pennac, il suo ultimo libro è la conclusione della popolare saga di Belleville con il suo ultimo romanzo “Capolinea Malaussène”, che è ora disponibile nelle librerie di tutto il mondo. La famiglia Malaussène ha accompagnato milioni di lettori per decenni, ma il nuovo libro segna la fine di un’era e lascia spazio a nuove storie e progetti per l’amato scrittore francese.
Il libro segue le avventure dei nipoti di Benjamin Malaussène, che devono affrontare una banda di malviventi guidata da “Nonnino”, un “demagogo del male”. Mentre il libro promette di essere un successo globale, Pennac ha dichiarato in un’intervista che ha deciso di concludere la saga dopo 40 anni di scrittura, perché ogni opera ha una sua temporalità e vita che si esaurisce naturalmente.
Come ha specificato lo stesso Pennac: “Ho iniziato a scrivere la prima storia della famiglia Malaussène nel 1983, quarant’anni fa. Anche se non saprei dire esattamente perché, mi sembra che sia giunto il tempo di mettere fine a quest’avventura.
Le opere hanno una loro temporalità e una loro vita che a un certo punto si esaurisce naturalmente. Avrei potuto continuare a scrivere altri episodi, seguendo le avventure dei personaggi, specie quelle dei nipoti di Benjamin Malaussène, che negli ultimi due romanzi hanno assunto un ruolo centrale. Ma non è più possibile, sento che un ciclo è finito. Forse dipende semplicemente dalla mia età o forse dal fatto che ho voglia di raccontare altre storie con altre forme”.
Sebbene Pennac avrebbe potuto continuare a scrivere altre storie, in particolare quelle dei nipoti di Benjamin, che hanno assunto un ruolo centrale negli ultimi due romanzi, sente che un ciclo è finito e che è giunto il momento di raccontare altre storie con altre forme.
L’inedita penna di Pennac continua a conquistare i lettori con il suo stile unico e coinvolgente, capace di suscitare sorrisi e stupore attraverso un susseguirsi di colpi di scena che culminano in un finale esplosivo.
Tuttavia, già nel libro precedente, si notava una certa diminuzione di impatto dei personaggi, ancora originali e peculiari ma meno vibranti e caratterizzati rispetto ai primi volumi della saga. Se personaggi come Pastor e Van Thian sono ancora impressi nel mio cuore, la nuova generazione non è riuscita a coinvolgermi allo stesso modo, mentre Benjamin è diventato una sorta di figura distante, quasi mitica, con troppo poco spazio per agire.
Pur non raggiungendo la stessa intensità dei suoi predecessori, questo ultimo capitolo della saga Malaussène merita comunque di essere letto dagli appassionati della famiglia, anche solo per godere del suo strano, folle e meraviglioso epilogo.