Di Domenico Cacciola
È uscito per i tipi di Einaudi, il nuovo struggente romanzo di Viola Ardone.
Nella Sicilia del 1960, nascere donna può essere una maledizione. Essere adolescente in un piccolo paesino del Sud, nel bellissimo racconto dell’autrice Viola Ardone, addirittura una condanna all’infelicità. Oliva, è una sedicenne del sud che subisce violenza dall’uomo che vuole sposarla con la forza e verso il quale, si ribella. Fin da subito, anche all’essere la seconda in ordine di preferenza: “Mia madre tra noi due preferisce Cosimino perché lui è chiaro di pelle e di capelli. Come mio padre, e io invece sono nera. Come il corvo”. Una voce, che stride, che esiste, che dice. Una voce che cresce e che si interroga, che prende spazio e che reclama un posto oltre il proprio io ed il proprio se.
Dice giustamente Concita De Gregorio in una sua puntuale e esaustiva recensione: “Però la voce di Oliva è di un piccolo paese della Sicilia, invece, e certo che lo scrittore non è che per forza debba parlare la sua lingua (l’autrice è napoletana, n.d.r.) anche se a pensarci bene davvero tanti lo fanno: uno scrittore conosce il segreto di ogni lingua e può diventare un vecchio francese, una giovane scandinava, può parlare con l’intenzione e coi pensieri di ogni essere umano al mondo, ma in teoria, questo solo certi fuoriclasse sanno farlo: ma sono fuori, non sono nella norma della classe. Sono rari.”
È una storia conosciuta quella di Oliva. La storia, una tra tante, di una creatura violata nella sua innocenza, nel suo diritto, nel suo futuro e fragilità: dunque in quella bellezza che è giovinezza e che non dovremmo mai perdere, figurarsi infangare. Una storia che per pudore l’autrice nemmeno sfiora, tuttavia vi si lascia ispirare come un soffio divino che ridà voce, a distanza di mezzo secolo, a quella giovane donna coraggiosa che improvvisamente assurse agli onori della cronaca per aver detto no al matrimonio riparatore, a seguito di violenza. Per aver spezzato una consuetudine, spesso sancita dalla prassi giuridica e dal costume oltre che dal barbaro uso e sentire comune e che per altri versi ispira e ricorda un celebre film sul costume, esempio splendido di commedia all’italiana, autore quel Pietro Germi troppo in fretta dimenticato e che aveva per titolo Sedotta e abbandonata. Ma oltre alla giovane siciliana un altro grande protagonista è Salvo, il padre che sa capire la figlia e non oppone alcuna resistenza. Così come bene esprimono le note editoriali: “la sua scrittura scandaglia la violenza dei ruoli sociali, che riguarda tutti, uomini compresi. Se Oliva Denaro è un personaggio indimenticabile, quel suo padre silenzioso, che la lascia decidere, con tutto lo smarrimento che dover decidere implica per lei, è una delle figure maschili più toccanti della recente narrativa italiana”.
Viola Ardone
Oliva Denaro
Einaudi, 2021