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“Morte accidentale di un amministratore di condominio”, un mondo da investigare

Esce in questi giorni l’ultima fatica letteraria di Giuseppina Torregrossa, per i caratteri di Marsilio. Da quello che sembra essere dapprincipio un banale incidente, viene fuori un universo tutto da investigare

di Mimmo Cacciola

Senza troppo scomodare Gadda, questo ultimo romanzo della Giuseppina Torregrossa, classe 1966 palermitana di origine, si annuncia forse, come un nuovo fattaccio da tenere negli scaffali. Non fosse altro per l’ambientazione simile: un condominio e per l’umanità che vi si accalca curiosa ed eterogenea sulle spoglie del povero amministratore. Morte accidentale di un amministratore di condominio esce adesso e coi suoi rimandi a cominciare dal titolo (subito pensiamo a Dario Fo ed al suo anarchico volante) annuncia colpi di scena e chissà quanto altro.

«Le vecchiette dai balconi si erano spostate all’interno, – leggiamo spulciando qualche pagina – e i loro occhi sgomenti correvano dal cadavere al portiere all’ispettore. Avevano i visi rugosi atteggiati in una smorfia di sorpresa. Da un piano all’altro si propagava un cicaleccio disordinato. Sembra che non abbiano mai visto un morto, considerò Mario, eppure alla loro età… Ah, il potere, fa perdere il realismo e regala l’illusione che la vita sia eterna

Ma veniamo al dunque senza troppo giri di parole: “Michele Noci è un anziano amministratore di condominio. Per vivere  – si legge nelle note editoriali – non ha mai avuto bisogno di lavorare, e tuttavia ha deciso di occuparsi dello stabile in cui risiede per proteggerlo dall’incuria dei suoi predecessori. L’edificio, costruito negli anni Settanta, è pretenzioso; all’epoca gli appartamenti erano stati acquistati da persone di potere, commercianti abbienti, ricchi professionisti, ma la recente crisi economica ha messo a dura prova le finanze di molti condomini, e la nomina di Michele come amministratore sembrava poter essere d’aiuto: certo, l’uomo era nervoso, senza alcun titolo di studio e un po’ grossolano, ma finalmente qualcuno avrebbe garantito una gestione oculata, ché risparmiare sarebbe stato anche nel suo interesse. Le spese condominiali, tuttavia, non accennano a diminuire, ma nessuno ha il coraggio di chiedere spiegazioni”.

Un condominio come tanti delle nostre città: pentolone ribollente spesso costipato di caratteri, di anime diverse, di accenti, di varia umanità. Un laboratorio perfetto per chi ha voglia di investigare e non si accontenta dell’evidenza: forse quell’uomo non è morto accidentalmente.

Nel nuovo melting pot di malattie dismetaboliche e intrighi amorosi – leggiamo ancora dalle note – che da alcuni anni anima il condominio, i rapporti interpersonali si fanno tesi: esplodono litigi, e i vicini, -ormai perlopiù anziani e incattiviti, smettono di salutarsi, finché, alla vigilia di Natale, il cadavere dell’amministratore viene ritrovato riverso al piano terra di una delle palazzine. Sembra trattarsi di un incidente: l’ispettore Mario Fagioli detto il Gladiatore, chiamato sul posto, viene così invitato ad archiviare il caso come morte accidentale. Incuriosito dalle donne intraviste sulla tromba delle scale, mogli devote, vedove agguerrite, amanti impenitenti, il poliziotto decide però di non volgere lo sguardo altrove, e inizia a fare domande, rendendosi presto conto di trovarsi di fronte a una situazione ben più complessa: rispolverati i ferri del proprio mestiere, a soli due anni dalla pensione, decide così di andare contro tutto e tutti, per scoprire cosa si celi dietro quella morte solo in apparenza fortuita”.

Un’occasione, dunque, per capire il mondo, quello che ci è più prossimo e chissà magari anche un po’ di noi stessi, abitatori seriali di condomini e palazzi, che spesso nel mutismo rassegnato e sgarbato non ci accorgiamo più dell’altro, del vicino, dell’umano che ci vive accanto che poi è come dire non accorgersi di noi stessi. Il tutto in maniera accidentale, come può sembrare, a volte la morte.

Madre di tre figli, Giuseppina Torregrossa, vive tra la Sicilia e Roma, dove ha lavorato per più di vent’anni come ginecologa, occupandosi attivamente, tra le altre cose, della prevenzione e cura dei tumori al seno. Nel 2007 ha pubblicato il suo primo romanzo, L’assaggiatrice e con il monologo teatrale Adele ha vinto nel 2008 il premio opera prima “Donne e teatro” di Roma. Tra gli altri suoi romanzi ricordiamo Il conto delle minne (Mondadori 2009), tradotto in dieci lingue, Manna e miele, Ferro e fuoco (Mondadori 2011), Panza e prisenza (Mondadori 2013), La miscela segreta di casa Olivares (Mondadori 2014), ll figlio maschio (Rizzoli 2015), Cortile nostalgia (Rizzoli 2017), Il basilico di Palazzo Galletti (Mondadori 2018), Il sanguinaccio dell’immacolata (Mondadori 2019) e Al contrario (Feltrinelli 2021). Nel 2015 è stata insignita del Premio Baccante.

Giuseppina Torregrossa
Morte
accidentale di un amministratore di condominio
Marsilio, 2021

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