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Holodomor, storia del genocidio ucraino dimenticato

Nonostante sia già sugli scaffali delle librerie da quasi sette anni, è opportuno leggere, in questi giorni di guerra e di domande ed ipotesi sul futuro prossimo dell’est Europa, il bel saggio di Ettore Cinnella edito da Della Porta dal titolo Ucraina. Il Genocidio dimenticato. Serve per capire molto di un passato che sempre più spesso spiega ed anticipa il futuro

di Mimmo Cacciola

Circola da tempo ma proprio adesso occorre spolverarlo. Stiamo parlando del bel saggio storico di Ettore Cinnella dal titolo Ucraina. Un genocidio dimenticato (Editore Della Porta, Collana Sentieri, Pagine 302 , € 18,00) che può aiutare a comprendere qualcosa di più su quella vasta regione con più di 40 milioni di abitanti, in parte anche russi, chiamata Ucraina.

Tra l’autunno 1932 e la primavera 1933 – si legge nel risvolto di copertina – sei milioni di contadini nell’URSS furono condannati a morire di fame: quasi i due terzi delle vittime erano ucraini. Quella carestia di proporzioni inaudite non fu dovuta ai capricci della natura, ma venne orchestrata da Stalin per punire i ribelli delle campagne che, in tutta l’URSS, si opponevano alla collettivizzazione imposta dall’alto. In Ucraina lo sterminio dei contadini, il cosiddetto Holodomor, s’intrecciò con la persecuzione dell’intellighenzia e con la guerra al sentimento patriottico di un popolo. Sulla base della documentazione emersa dopo il crollo dell’URSS, il libro ricostruisce quei drammatici avvenimenti e spiega le motivazioni che spinsero Stalin a prendere decisioni così spietate”.

Il cinismo del dittatore di Ossetia, ancora oggi inorridisce. Colui che teorizzava e faceva applicare, quando qualche funzionario lamentava scarsa collaborazione, la massima: elimina l’uomo ed avrai eliminato il problema, fu anche l’artefice tra le molte epurazioni di questa famigerata carestia ricordata e chiamata dai sopravvissuti eredi di quegli sfortunati russo-ucraini, Holodomor. Oggi grazie a Cinelli ne sappiamo di più e visto quello che l’Europa sta vivendo, e noi tutti, sul nostro territorio da sessanta giorni aiuta anche a capire alcune tra le tante radici di risentimento mai del tutto sopito o riconciliato, verso la grande madre Russia, una madre, bisogna dirlo, più matrigna che generosa ed amorevole genitrice di pace, prosperità ed amore.

Ettore Cinnella (Miglionico, 4 maggio1947) è uno storico italiano. Laureato nel con una tesi su La prima Duma nella rivoluzione russa del 1905 ha proseguito le ricerche all’estero (a Mosca, Parigi ed Helsinki) grazie ad alcune borse di studio. Ha insegnato Storia contemporanea e Storia dell’Europa orientale presso l’Università di Pisa. Dopo il crollo del regime bolscevico/post-bolscevico nell’URSS, ha lavorato spesso nell’Archivio centrale del partito di Mosca (oggi Archivio statale russo di storia politico-sociale, RGASPI). Ha scritto saggi di storia russa e di storia contemporanea, tradotti in francese, in inglese, in russo, in ucraino e in tedesco. Le sue opere maggiori sono La tragedia della rivoluzione russa (1917-1921), uscito a Milano nel 2000 e ristampato qualche anno dopo nella Storia universale del Corriere della Sera con il titolo La rivoluzione russa (volume 22), 1905. La vera rivoluzione russa, 1917. La Russia verso l’abisso e Ucraina. Il genocidio dimenticato 1932-1933, (finalista al Premio Friuli per la Storia 2016), affronta il tema dell’Holodomor. Secondo la tesi di Cinnella, il quale ricostruisce gli eventi sulla base della documentazione emersa dopo il crollo dell’URSS, la carestia che portò alla morte 6 milioni di contadini (due terzi dei quali ucraini) venne orchestrata da Stalin per punire i ribelli delle campagne che, in tutta l’URSS, si opponevano alla collettivizzazione imposta dall’alto. Nel 2010 ha pubblicato una biografia del famoso brigante Carmine Crocco, una ricostruzione che utilizza anche fonti lasciate da chi Crocco conobbe direttamente: dalla biografia del capitano Massa fino agli studi dei lombrosiani Pasquale Penta e Salvatore Ottolenghi. Nel 2016 è uscita la seconda edizione del saggio su Crocco, con una postfazione dal titolo Il brigantaggio postunitario: una ferita nella storia d’Italia, dove Cinnella riflette sul fenomeno del brigantaggio, sulle sue radici e sul suo posto nella storia dell’Italia unita. Nel 2014 ha pubblicato L’altro Marx, dove ricostruisce gli anni del ripensamento e la metamorfosi intellettuale dell’ultimo Marx.

Ettore Cinnella
Ucraina. Il genocidio dimenticato (1932-1933)
Della Porta, 2015

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