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Milwaukee blues, la storia di George Floyd e di tutti coloro che soffrono

Un romanzo immersivo, capace di farci riaffiorare i pensieri che abbiamo provato scoprendo per la prima volta la storia di George Floyd. Infatti Milwaukee blues di Louis-Philippe Dalembert, poeta di livello mondiale e finalista del Premio Goncourt 2021, si ispira, raccontando attraverso personaggi fittizi, alla tragica vicenda dell’uomo ucciso a Minneapolis nel maggio 2020, o anche a Eric Garner soffocato dalla polizia a New York nel 2014, due tra le molte vittime che hanno ispirato il movimento Black Lives Matter. È quindi la storia di Emmett che l’autore prova a illuminare un angolo buio e spaventoso della convivenza civile, a raccontare la realtà dietro le infinite chiacchiere dei social, dei telegiornali, della carta stampata.

Il racconto parte da un piccolo minimarket nel quartiere nero di Franklin Heights, nell’area nord di Milwaukee. Il proprietario pakistano compone il numero di emergenza 911 dopo esser stato pagato con dei soldi falsi da Emmett, il quale poco dopo verrà ucciso, soffocato per mano della polizia che è venuta ad arrestarlo. Da quel momento il gestore del negozio non riesce più a dormire, è tormentato dagli incubi, non avrebbe dovuto fare quella telefonata, ma ormai è tardi. I riflettori del mondo intero sono puntati sulla morte terrificante di un uomo ordinario, il cui ritratto ci viene svelato dalle persone che l’hanno conosciuto nelle varie fasi della sua vita. A ognuna di loro è dedicato un capitolo, e poco a poco ricostruiamo chi è stato Emmett, attraverso la sua insegnante, una delle poche donne bianche che frequentava il loro quartiere e che l’aveva sempre sostenuto; l’amica d’infanzia con cui andava a scuola e con cui si confidava; l’amico inseparabile che diventerà uno spacciatore, l’allenatore di football che lo ha accolto come un figlio, la prima fidanzata, una ragazza bianca dei tempi del college; fino ad arrivare ai personaggi della comunità di Franklin Heights dove ha fatto ritorno, solo e con tre figli a carico, dopo avere visto infrangersi il suo sogno.

Il lavoro di Dalembert in Milwaukee blues è quello di testimone di milione di storie di persone che soffrono e sopportano i violenti sconvolgimenti del nostro tempo, raccontando il tutto con ritmo e ironia, calibrando il sacro e il profano, il tragico e il grottesco.

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