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«Una linea lampeggiante all’orizzonte», viaggio nell’inferno di un imprenditore in crisi

di Cristina La Bella 

Mauro Castamàn, imprenditore vicentino rispettato e benestante, sulla cinquantina, disposto a tutto pur di salvare dal fallimento l’azienda che ha creato, è il protagonista dell’ultimo romanzo di Carlo Pizzati, «Una linea lampeggiante all’orizzonte» (edito da Baldini + Castoldi). Un’opera dalla trama «impietosa», come ha scritto Maurizio Crosetti su «Repubblica». L’intreccio si avvolge in mille spirali, ma finisce col convergere sempre lì, sull’oro, parola magica quasi, che i personaggi pronunciano con voracità, con le fauci ben spalancate. Ai padroni, quelli che non hanno mai soldi abbastanza, che si muovono come ombre nel sottobosco narrativo su cui indugia l’autore, importa solo ed esclusivamente del denaro, degli «schei», come sono soliti chiamarli in Veneto. Un’ossessione, un pallino fisso; surrogato di una vita depauperata dai sentimenti.

Il romanzo è ambientato a Vicenza, nella parte periferica della città. Siamo ai margini, nei sobborghi. Mauro Castamàn, che di ricchezza è riuscito ad accumularne tanta (ma non a sufficienza, come si accorgerà lui stesso) è costretto a fare i conti con la crisi. Quando la banca gli rifiuta il finanziamento con cui lui sperava di delocalizzare la produzione della sua azienda in Slovenia, quel passato che in tutti i modi ha cercato di dimenticare riaffiora e lo spinge a riesumare i panni del vecchio bandito per procurarsi il denaro di cui ha bisogno. Castamàn è obbligato così a ritornare nel covo di cui allora si serviva. Ma un giovane architetto, avido di successo e di desiderio di rivalsa, si mette per traverso: dopo una relazione con la moglie, è davvero deciso a svelare il segreto del protagonista e sottrargli gli averi. Sullo sfondo, come dicevamo, una Vicenza ossessionata dall’imperativo del lavoro, dalla logica dell’accumulo di denaro. «Quella terra chiamata Veneto, quel groviglio di strade, fabbriche, luci, ambizioni, rabbia, passioni, imbrogli, gesti nobili e storia, certo, arte, sicuro, e cultura, anche», si legge nel libro. Un mondo, dove l’apparenza fatta di fama e denaro, conta più della sostanza, dei valori, degli affetti. Ed è così che attorno al protagonista si sviluppa una rete di menzogne, tradimenti e ipocrisia che sembra inchiodarlo in quella vita che procede solo per abitudine. Un sottile doppio inganno che coinvolgerà il lettore. 

Figurine ambigue, a tratti losche, animano questa tragedia moderna. Il risultato? Un romanzo appassionante quello di Carlo Pizzati, noto giornalista, già autore della trasmissione «Report» con la Gabanelli su Rai 3 e presentatore della trasmissione «Omnibus» su La 7. Un viaggio verso l’inferno che tormenta Castamàn, che per recuperare gli «schei», che gli servono ad evitare il fallimento della sua attività, è forzato a far ritorno in quei luoghi in cui Mauro era Muro. Ai tempi in cui spacciava, si lasciava andare alla violenza, talvolta cedendo all’eroina. «Una corsa dentro e verso la notte», come ha osservato Crosetti su «Repubblica». Una notte però dove «le stelle son di plastica». Nulla c’è di fiabesco, perché il denaro sporca e corrompe tutto.

«Una linea lampeggiante all’orizzonte»

Edito da Baldini + Castoldi

pp. 224 

prezzo 18 euro 

SINOSSI: “Mauro Castamàn, cinquantenne, è un imprenditore vicentino rispettato e benestante, disposto a tutto pur di salvare dal fallimento l’azienda che ha creato, insieme ad altri soci, quando molti anni prima è finalmente uscito da una comunità di recupero. Quando la banca gli rifiuta il finanziamento col quale sperava di delocalizzare la produzione in Slovenia, quel passato che in tutti i modi ha cercato di dimenticare riaffiora e lo spinge a riesumare i panni del vecchio bandito per procurarsi il denaro di cui ha bisogno, andandolo a ripescare nel covo di cui allora si serviva. Ma un giovane architetto rampante, affamato di successo e di rivalsa, tenta di ostacolarlo: dopo la tresca con sua moglie, è davvero deciso a svelare il segreto di Castamàn e rubargli il bottino”.

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