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“Trema la notte”: il più devastante terremoto mai avvenuto in Europa

Quella notte terribile quando il mondo si capovolse sbriciolandosi in un istante

È fresco di stampa il nuovo romanzo di Nadia Terranova, edito per i tipi di Einaudi e dal titolo Trema la notte. La scrittrice messinese ci riporta, attraverso le vite dei due giovani protagonisti, a quella notte del 28 dicembre 1908 quando, per 37 lunghissimi secondi, la terra ha sussultato scatenando un terremoto e poi un disastroso tsunami, che hanno polverizzato le città di Reggio e Messina e distrutto quasi 80.000 vite

di Mimmo Cacciola

Ore 5 e 20 e 24 secondi del 28 dicembre 1908: per 37 terribili secondi un sussulto squarcia la notte e le esistenze di migliaia di calabresi e siciliani. È il terremoto di Reggio e Messina che oltre a polverizzare vite e case spazza via un’epoca di speranze, sogni ed illusioni. Da quella tabula rasa innescata dall’evento sismico più devastante della storia d’Europa, mille opportunità sono poi scaturite tra i lutti e le macerie. Come bene racconta la scrittrice messinese Nadia Terranova nel suo ultimo bel lavoro di narrazione dal titolo Trema La notte (Editore Einaudi, Collana Einaudi Stile libero big, pagg.176, € 15,68) A più di un secolo di distanza, la scrittrice siciliana, rende un doveroso omaggio ai sommersi ed ai salvati di quella tragica notte che, soprattutto negli animi e nei cuori di calabresi e siciliani, e non solo, ha marchiato per decenni i resoconti orali e l’immaginario collettivo degli abitanti e delle future generazioni delle due città costiere, sorelle nella tribolazione e nella ricostruzione.

28 dicembre 1908: il più devastante terremoto mai avvenuto in Europa – si legge nelle note editorialirade al suolo Messina e Reggio Calabria. Nadia Terranova attinge alla storia dello Stretto, il luogo mitico della sua scrittura, per raccontarci di una ragazza e di un bambino cui una tragedia collettiva toglie tutto, eppure dona un’inattesa possibilità. Quella di erigere, sopra le macerie, un’esistenza magari sghemba, ma più somigliante all’idea di amore che hanno sempre immaginato. Perché mentre distrugge l’apocalisse rivela, e ci mostra nudo, umanissimo, il nostro bisogno di vita che continua a pulsare, ostinatamente”.

Da questo disastro, allora, si può trovare un bandolo nascosto di speranza, una via di fuga verso la ricostruzione che non fu solo della materia, quanto delle anime sconquassate degli scampati superstiti costretti a vagare per giorni come spettri impolverati e sudici, tra le macerie in cerca di superstiti. Tra questi due ragazzini, Barbara e Nicola, semi appena espulsi dalle piante morenti e speranza di una nuova fioritura tra le due splendide sponde cantate da Omero.

Lo sa bene l’undicenne Nicola, – si legge ancora nella presentazione del volume – che passa ogni notte in cantina legato a un catafalco, e sogna di scappare da una madre vessatoria, la moglie del più grande produttore di bergamotto della Calabria. «C’è qualcosa di più forte del dolore, ed è l’abitudine». Dall’altra parte del mare, Barbara, arrivata in treno a Messina per assistere all’Aida, progetta, con tutta la ribellione dei suoi vent’anni, una fuga dal padre, che vuole farle sposare un uomo di cui non è innamorata. I loro desideri di libertà saranno esauditi, ma a un prezzo altissimo. La terra trema, e il mondo di Barbara e quello di Nicola si sbriciolano, letteralmente. Adesso che hanno perso tutto, entrambi rimpiangono la loro vecchia prigione. Adesso che sono soli, non possono che aggirarsi indifesi tra le rovine, in mezzo agli altri superstiti, finché il destino non li fa incontrare: per pochi istanti, ma così violenti che resteranno indelebili. In un modo primordiale, precosciente, i due saranno uniti per sempre”.

Noi, oltre a leggere con un misto di sentimenti contrastanti la storia di Barbara e Nicola scritta da Nadia Terranova, possiamo solo augurarci che presto questo libro diventi anche un film. Il tema si presta e sarebbe ora che anche il cinema raccontasse di quel tragico evento, riconciliandoci una volta per tutte con il nostro passato di siciliani e calabresi, uniti per sempre da una così terribile prova.

Nadia Terranova (Messina, 1978), si è laureata in filosofia e si è dottorata in storia moderna. Per Einaudi ha scritto i romanzi “Gli anni al contrario” (2015, vincitore di numerosi premi tra cui il Bagutta Opera Prima, il Brancati e l’americano The Bridge Book Award) e Addio fantasmi (2018, finalista al Premio Strega, vincitore del premio Subiaco Città del libro, del premio Alassio Centolibri, del premio Nino Martoglio e del premio Mario La Cava). Ha scritto anche diversi libri per ragazzi, tra cui Bruno il bambino che imparò a volare (Orecchio Acerbo 2012), Casca il mondo (Mondadori 2016) e Omero è stato qui (Bompiani 2019, selezionato nella dozzina del Premio Strega Ragazzi), e un saggio sulla letteratura per ragazzi, Un’idea di infanzia (ItaloSvevo 2019). Le sue opere sono tradotte in tutto il mondo.

Nadia Terranova
Trema la notte
Einaudi, 2022

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