
Il processo per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, ha raggiunto una fase cruciale con il deposito delle relazioni peritali sull’incidente probatorio riguardante Andrea Sempio, indagato per concorso nel delitto. Le recenti analisi confermano l’assenza di impronte digitali e di tracce genetiche riconducibili a Sempio all’interno dell’abitazione, mentre resta centrale lo studio del Dna sotto le unghie della vittima.
Deposito delle relazioni peritali e assenza di tracce di Andrea Sempio
Il 3 dicembre, alle ore 14.30, i periti coinvolti nel caso – la genetista Denise Albani, il dattiloscopista Domenico Marchigiani e il perito Giovanni Di Censo – hanno comunicato alle parti di aver depositato le proprie relazioni. Questi documenti riguardano le analisi effettuate sul materiale della villetta di via Pascoli, teatro dell’omicidio di Chiara Poggi.
Le risultanze evidenziano che nessuna delle circa sessanta impronte digitali rinvenute nell’abitazione appartiene ad Andrea Sempio. Analogamente, non è stata identificata alcuna traccia genetica riconducibile al trentasettenne. Nel materiale raccolto, è stato invece rinvenuto il Dna della vittima e una traccia genetica associata ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva come unico responsabile del delitto.

Analisi del Dna sotto le unghie della vittima e complessità dell’esame
L’attenzione degli esperti si concentra sull’analisi del Dna sotto le unghie di Chiara Poggi, già oggetto di dibattito nelle precedenti udienze. Il materiale originario, raccolto nel 2007, è stato però compromesso nel 2014 durante una precedente perizia, rendendo l’analisi attuale particolarmente complessa.
La genetista Denise Albani ha spiegato che il profilo genetico ottenuto costituisce un “aplotipo parziale misto non consolidato”, ovvero una traccia incompleta e deteriorata, non idonea a identificare una persona in modo univoco. Pertanto, non è possibile affermare con certezza che il profilo appartenga a un soggetto specifico, ma solo riferirsi a un gruppo familiare di appartenenza.
Validità delle analisi e prossime fasi processuali
Albani ha inoltre sottolineato che la perizia originaria non può essere considerata affidabile perché manca il requisito di replicabilità, necessario per confermare un risultato genetico. Tale condizione è stata rispettata solo in altri passaggi dell’incidente probatorio, come nell’identificazione di un “ignoto” su una garza.
Attraverso l’impiego di software di biostatistica, si è ottenuta una percentuale di compatibilità con l’aplotipo Y, indicativa di una linea paterna ma non di un’identità individuale. Questi dati costituiranno il punto di confronto tra le parti nelle prossime settimane, con interpretazioni che si preannunciano divergenti.

Accesso alle relazioni e calendario delle udienze
Al momento, i consulenti di Andrea Sempio, Alberto Stasi e della famiglia Poggi non hanno ancora ricevuto formalmente le relazioni, che saranno disponibili in cancelleria a partire da questa mattina. La Procura di Pavia ha già preso visione dei documenti e sta procedendo all’esame dettagliato.
Le parti avranno tempo fino al 16 dicembre per presentare osservazioni, mentre la discussione conclusiva, con la presenza dei periti, è fissata per l’udienza del 18 dicembre. Questo momento rappresenterà una tappa significativa in un caso che da diciassette anni continua a suscitare grande interesse nell’opinione pubblica.