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Liberare la parola per liberare il pensiero: un manifesto contro la censura

Di Giuseppe Romito

“Le idee della classe dominante, sono in ogni epoca le idee dominanti, cioè la classe che è potenza materiale nella società, è al tempo stesso la potenza spirituale della società. (Karl Marx).” 

Aleggia una cappa sopra di noi simile all’astronave di Indipendence Day, che oscura il cielo delle città americane. È un’opprimente clima fatto di censura ed intimidazione che sovrasta ogni nostra parola ed ogni nostro pensiero, mediante imposizioni più o meno velate su quello che è bene dire e pensare. La parola viene imprigionata, imbavagliata, mai ritenuta davvero libera. La lingua cambia nel tempo, ma di solito il processo di cambiamento avviene dal basso. Solo i regimi totalitari hanno la pretesa di voler cambiare dall’alto la lingua in spregio alla società. In genere le parole non sono offensive, è l’atteggiamento che si assume, a veicolare il peso delle parole dette o pensate.

Esiste un rispetto che non passa dalle parole, ma attraverso i gesti ed i sentimenti. È questo il vero rispetto: una scuola che impone dei corsi di rispetto, è la scuola della società fallita; ed i genitori che accettano per i loro figli, tale indottrinamento, compongono famiglie fallite.

Il campo delle arti oggi delinea un appiattimento culturale. Ogni artista, sia esso in ambito cinematografico o di spettacolo in generale, realizza un’opera per realizzare uno stesso scopo conforme alle idee dominanti. L’arte è la più alta forma di libertà, non ha scopo di insegnare o di educare, semmai ha lo scopo di stupire. Il razzismo va condannato in ogni sua forma. È fastidioso, oggi, pensare ad una forma di razzismo al contrario. Non è meno odioso del razzismo classico.

Lasciamo dunque e per favore, il politicamente corretto ai paesi che lo hanno originato. Abbiamo il diritto di ritenerci europeisti e senza tuttavia dover aderire per forza a schemi linguistici e mentali imposti dall’alto. Riteniamoci liberi pensanti in libera Europa.

Paola Mastrocola ha esordito con il romanzo “La Gallina Volante” (2000) vincitore del premio Calvino. Finalista nel 2001 al premio Strega, con “Palline di Pane” e vincitrice nel 2004 del premio Campiello con “Una barca nel bosco”.

Luca Ricolfi sociologo e docente di Analisi dei dati, ha fondato la rivista di analisi elettorale “Polena. Attualmente è presidente e responsabile scientifico della Fondazione David Hume. Tra i suoi scritti più recenti “La società signorile di massa” (2019) e “Come si malgoverna un’epidemia” (2021)

Paola Matrocola e Luca Ricolfi
Manifesto del libero pensiero
La nave di Teseo

Riesci a riconoscere la bambina famosa in questa foto? Difficilissimo

Riesci a trovare il gatto nascosto in questa foto? Solo i migliori osservatori riescono a vederlo