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Cosa fa Benedetto XVI? Ecco il papato parallelo

È in libreria un interessante saggio del vaticanista Massimo Franco, dal titolo Il Monastero edito per i tipi di Solferino, che si interroga sul papato parallelo che oppone Benedetto XVI con la sua controversa rinuncia al soglio di Pietro e la rivoluzione della Curia Romana dell’attuale Pontefice Papa Francesco Bergoglio. Sullo sfondo, il misterioso eremo di clausura ai margini dei giardini vaticani dentro al quale vive, studia, prega e forse continua ad esercitare il Papa emerito teutonico

di Mimmo Cacciola

Due Pai per un pontificato. Due Papi che non abitano più da anni le sacre stanze che, vuote, sembrano risuonare di un silenzio assordante. Come quello che cerca di descrivere nel suo bel saggio dal titolo il Monastero, Massimo Franco (Editore Solferino, Pagine 288, € 17,10) giornalista vaticanista ed esperto di geopolitica.

Massimo Franco – si legge nelle note editoriali – ci accompagna tra i segreti del Monastero. Racconta l’evoluzione e poi l’involuzione dell’equilibrio miracoloso tra i «due papi», segnato dalle tensioni e dagli scontri di potere. Sullo sfondo rimane il tema, irrisolto e traumatico, della rinuncia di un papa. Col Monastero che diventa cruciale per decifrare i destini non di uno ma di due pontificati. E dell’intera Chiesa. Benedetto XVI, il Papa emerito. Ma soprattutto l’uomo del Monastero: l’ex convento di clausura incastonato in una radura appartata dei Giardini vaticani, dove si è trasferito nel maggio del 2013 dopo l’epocale rinuncia al pontificato. Da allora, la percezione della sua personalità è cambiata. Con quel gesto di Joseph Ratzinger si sono prodotte anomalie a cascata che, dopo nove anni di papato di Francesco, perdurano e condizionano gli equilibri della Chiesa. La prima è proprio la scelta di Benedetto di stabilirsi nel Monastero Mater Ecclesiae: uno dei luoghi più misteriosi e inaccessibili all’ombra della cupola di san Pietro”.

Tutti o quasi abbiamo, dunque, dal giorno dell’elezione di Papa Francesco che un’ombra, un convitato di pietra aleggi costantemente alle spalle del Pontefice. Chi più chi meno vede, sente, avverte questa perfetta assenza come una minaccia, non sempre come uno sprone.

“L’emerito ha avuto la «sfrontatezza» – prosegue la nota – di sopravvivere alle proprie dimissioni, alimentando i dubbi sui veri motivi della decisione. Nessuno, forse nemmeno lui, avrebbe detto che il suo «papato parallelo» sarebbe durato più di quello effettivo, accompagnando fino a oggi il pontefice argentino; né che lo avrebbe affiancato, aiutato e poi, senza volerlo e senza cercarlo, arginato e quasi sfidato, per volontà altrui più che propria. In questi anni l’eremo di Ratzinger si è trasformato da stanza di compensazione delle tensioni nei confronti della «rivoluzione bergogliana» in simbolo di resistenza, stile diverso di papato, perfino opzione dottrinale. È diventato il sensore di ogni vibrazione, di ogni scossa prodottasi a Casa Santa Marta, l’albergo che ospita Francesco e che rappresenta un’anomalia simmetrica”.

Non rimane, allora, che leggerlo tutto di un fiato questo scritto di Massimo Franco per carpirne tutti i segreti che forse a noi comuni mortali non è dato sapere e scoprire così tutto il mistero di quel luogo così appartato tra la lussureggiante vegetazione rinascimentale che tutti chiamano il Monastero.

Massimo Franco, classe 1954 è nato a Roma. E’ un giornalista e saggista italiano. Laureato in Giurisprudenza alla Sapienza , è notista, commentatore e inviato politico del Corriere della Sera. In precedenza ha lavorato come editorialista di Avvenire e inviato de Il Giorno e poi di Panorama. Saggista di fama, membro dell’International Institute for Strategic Studies di Londra (IISS), collabora alla trasmissione Otto e mezzo su LA7. Suoi articoli e analisi sono apparsi sulla rivista di geopolitica Limes, sulla rivista francese Études, sul bimestrale dell’IISS Survival, sul quotidiano Los Angeles Times. Massimo Franco, fino al 2011 ha collaborato con analisi su questioni italiane e vaticane a Comment is free, il sito online del quotidianoThe Guardian di Londra. Attualmente lavora come notista politico e commentatore presso la redazione romana del Corriere della Sera.

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