Una gravidanza, una relazione, una vita, un libro. Queste sono le tappe che sembrano delineare il percorso ideale di una donna di quasi quarant’anni. Quattro aspetti che, in apparenza, dovrebbero essere desiderati, ma che in realtà portano con sé un intreccio di emozioni, contraddizioni e sfide.
Scrivere un libro può essere paragonato alla gravidanza: entrambe richiedono tempo, dedizione, e sono processi creativi che trasformano chi li vive. Allo stesso modo, la gravidanza può essere vista come un periodo di attesa e cambiamento, simile a quello di una relazione che evolve e si trasforma con il tempo. Ogni esperienza di vita è unica, complessa, fatta di momenti di gioia e di difficoltà, proprio come la scrittura di un libro.
Queste esperienze, quando vengono trasferite sulla pagina, sembrano perdere la loro intensità: diventano parole lineari, astratte, che non riescono a catturare la vera essenza della vita reale. La realtà, invece, è fatta di sveglie all’alba, notti insonni per allattare, un corpo che cambia e diventa irriconoscibile. Una realtà dove l’altro, che può essere fonte di conforto, diventa anche motivo di dolore e di conflitto.
Riflettendo sui desideri, ci si rende conto che spesso sono considerati come qualcosa di definitivo: vuoi o non vuoi una cosa, senza spazio per dubbi o incertezze. Vuoi essere madre o preferisci concentrarti sulla carriera. Tuttavia, i desideri non sono così semplici o chiari. La protagonista di “Cose che non si raccontano” di Antonella Lattanzi incarna questa complessità. Non è solo un personaggio, ma una persona reale, con dubbi e contraddizioni, che affronta il doloroso percorso della fecondazione assistita.
Raccontare questa storia è una scelta, come sottolinea Lattanzi, anche se a volte sembra l’unica possibile. La sua sincerità è disarmante, pagina dopo pagina, promettendo di essere onesta fino in fondo, raccontando tutto, anche ciò che solitamente viene taciuto. La gravidanza non è sempre una fonte di felicità; è parte della vita, e come tutte le sue parti, è complessa, dolorosa e incredibile.
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Una relazione vera non è solo fonte di conforto ma è fatta di tenerezza, momenti terribili, litigi e silenzi pieni d’amore. Infine, una vita non è solo una storia da raccontare, ma è vissuta, con tutta la sua dolcezza e paura.
Al termine della lettura, viene spontaneo voler ringraziare Antonella Lattanzi per aver trasformato la sua vita in letteratura, per aver affrontato anche le sfaccettature più scabrose e per aver parlato della paura che quasi nessuno racconta mai: quella che i nostri desideri, giusti o sbagliati che siano, un giorno possano diventare realtà.
La scrittura, come la vita, è un viaggio pieno di incertezze e di scoperte. Ogni parola scritta è un passo verso la comprensione di se stessi e degli altri. E in questo viaggio, ogni desiderio, ogni scelta, ogni dubbio contribuisce a creare una narrazione unica e profondamente umana.