di Mimmo Cacciola
Giuseppe Pontiggia, già in tempi non sospetti, considerava quella di Renato Minore una delle voci italiane più sicure ed originali. Ora, per i caratteri della Nave di Teseo lo scrittore abruzzese da alle stampe una sua auto antologia poetica dal titolo Ogni cosa è in prestito (Edizioni La Nave di Teseo pagg. 304 € 20,00) con prefazione di Giulio Ferroni, da cui subito leggiamo e memorizziamo: “Un testo bellissimo e cruciale, su cui dovrebbero meditare tutti coloro che tuttora presumono di sé, della propria atteggiata sufficienza.” e postfazione di Simone Gambacorta.
Per comprendere come il verso e la parola oltre che essere evocativi, pesanti, armi improprie, strumento di liberazione e rivoluzione, lessico non solo famigliare e tanto altro ancora basta leggere alcune note della casa editrice: “E se le parole, se i versi non fossero altro che la misura di ogni nostra insufficienza? Se non fossero altro che l’indicazione del peso specifico di ogni nostra incertezza e di ogni nostra coscienza d’incompiuto? Come in un mulinello che prende a vorticare nell’acqua, prima piano, a larghi giri, e poi sempre più velocemente, così le poesie che Renato Minore raccoglie in questa sua auto antologia raccontano ogni vita a partire da una vita: perché se ogni cosa è in prestito, lo è anche il dolore e il nome di ciascuno”.
E’ dunque da questa insufficienza, da questa incertezza esistenziale che possiamo affrancarci una volta per tutte con l’aiuto della poesia, metro primo ed ultimo di qualcosa che a volta non è dato vedere ma solo intuire, di sentire come da lontano in forma profetica, salvifica.
“L’io lirico inventa e rimpasta tutto, – si legge ancora nelle note – è chiaro, e però questo libro, che fa il punto su cinquant’anni di scrittura di quella che Giuseppe Pontiggia considerava una delle voci italiane più sicure e originali, schiude le porte su di un vero e proprio catalogo di momenti di pura esistenza. Fedele al suo sguardo sempre innamorato della parola, Minore plana sull’amore, sull’infanzia, sulla solitudine, sulla memoria, sulla consistenza organica delle nostre percezioni, e lo fa senza trascurare vere e proprie carezze a Marilyn Monroe, Giacomo Leopardi, Ennio Flaiano, Jacques Lacan e Kikuo Takano”.
Renato Minore, allora, ci porta con delicatezza e dolcezza attraverso quel labirinto del sentire e del percepire mai del tutto esplorato delle nostre emozioni ed esperienze, attraverso il silenzio e la meditazione, il lirismo e la bellezza: “Un cahier contemporaneo, questo di Minore, che può anche essere il racconto di bruciante attualità degli ultimi tempi di pandemia, nel silenzio appartato di ogni nostra esitazione e anche di ogni nostra colpa”.
Abruzzese di origine, Renato Minore vive a Roma da oltre quarant’anni. Ha pubblicato in poesia: I nuovi giorni, Non ne so più di prima, Le bugie dei poeti, Nella notte impenetrabile, I profitti del cuore, O caro pensiero (premio Viareggio). Tra gli altri suoi libri: in narrativa, Leopardi. L’infanzia le città gli amori (nella cinquina dello Strega), Rimbaud. La vita assente di un poeta dalle suole di vento (premio Selezione Campiello), Il dominio del cuore; in saggistica, Mass media, intellettuali, società, Il gioco delle ombre (premio Flaiano), I moralisti del Novecento. Le sue conversazioni con i poeti italiani sono raccolte in La promessa della notte (premio Estense). Ha tradotto le poesie di Paul Verlaine e ha curato l’opera poetica di Kikuo Takano (Il senso del cielo). Critico letterario del “Messaggero”, ha insegnato presso l’Università di Roma e la Luiss. È autore di film televisivi su Rimbaud, Flaiano, Leopardi. Dal 2017 è presidente della giuria letteraria del premio Flaiano.
Renato Minore
Ogni cosa è in prestito
La nave di Teseo