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Il romanzo che si fa teatro, raccontando la storia di tutti noi

“Letture Disobbedienti” di Maurizio Donsanti

Questo romanzo, che è la prima parte di una ricca epica dell’esistenza, diventa, leggendolo e respirandolo, un vero e proprio Teatro, dove il palcoscenico della vita è tutto, passioni, delusioni e, a volte, anche gli applausi che il destino ci concede.

Un libro coraggioso per “recitare” e raccontare la propria vita, con un copione vissuto con malinconia ma anche con una buona fetta d’ironia. Solo i grandi attori sanno interpretare sé stessi, con l’incanto leggero della memoria che si fa ricordo. E Cecchini lo fa ricamando una trama sapiente fatta di immagini autentiche e sincere, una raffigurazione della vita che vale la pena raccontare sempre.

E quella di Piermaria Cecchini, attore, regista, sceneggiatore, uomo semplice e entusiasta dalla semplicità delle cose lievi, è una vita abbastanza, immaginifica, unica, bella o brutta non ha importanza, ma è una vita abbastanza vissuta con curiosità e incanto.

Una vita che va in scena pagina dopo pagina, dove le parole si accendono e danno colore ad un passato che si fa presente e a volte futuro. Una storia che ci rende tutti protagonisti sullo stesso palcoscenico, dove ritroviamo i pezzi della nostra memoria, della nostra storia.

La città dove tutto si racconta è Buffazzo, il posto descritto nel romanzo, che diventa il luogo dell’anima e dove fra i suoi vicoli, le sue strade e le piazze, corrono spensierati i ragazzi che diventeranno presto adulti. Piermaria ci accompagna in questo suo cammino, e attraverso la sua, ripercorriamo la nostra storia, che non è forse come la avevamo sognata da ragazzi, ma che abbiamo vissuto e amato. Le scene di una quotidianità scandita dall’orologio del tempo descritte dall’autore ci appartengono, così come le parole che usa che mettono a nudo l’anima.

Spesso, una autobiografia può trasformarsi fatalmente in un diario. Non è così nell’opera di Pier Maria Cecchini. In questo romanzo, che è la prima parte di una trilogia, la sua vita diventa la parte di un tutto, reminiscenza di cose semplici e genuine, che fanno martellare il cuore. Con una scrittura musicale e garbata, romantica e ironica ci prende per mano e diventiamo compagni di viaggio in un tempo che forse dobbiamo ancora vivere.

Una vita abbastanza è, in fondo, una scelta per l’eternità, qualcosa da preferire e da cui nessuno si allontanerà mai, in nessuna oscura esistenza o qualunque altra cosa accada.

È il desiderio della comprensione di amori amati persi e ritrovati, di delusioni e disperazioni, di gioie fugaci e risate rubate dalle labbra del destino che andranno oltre il tempo vissuto, il miraggio struggente di camminare verso nuove esistenze in una visione che regala agli occhi una speranza profonda e finale.  E la sua storia diventa la favola di una realtà struggente, in cui il limite del dolore e della delusione, della gioia e del vivere inseguendo i sogni, è anche una soglia da cui può sprigionarsi l’energia accecante della felicità.

Piermaria Cecchini
Una vita abbastanza
LuoghInteriori

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