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Donatella Di Pietrantonio racconta “L’età fragile” in cui tutti viviamo

“L’età fragile”, il nuovo romanzo di Donatella Di Pietrantonio edito da Einaudi, è stato inserito tra i dodici candidati al prestigioso Premio Strega 2024. Questo riconoscimento è un tributo alla forza narrativa di un’opera che esplora la fragilità umana con un’intensità tale da coinvolgere profondamente i lettori, facendoli sentire parte integrante della storia. La recensione di Alice Dalle Grave sottolinea come il libro sia un viaggio emotivo tra le pieghe della vita, dove le relazioni diventano il fulcro da cui scaturiscono eventi e sviluppi.

Il romanzo si svolge in un paesino dell’Abruzzo, vicino a Pescara, chiamato Dente del lupo, luogo che diventa quasi un personaggio a sé stante nella narrazione. Qui vivono i protagonisti Lucia, Amanda e Rocco, ognuno con la propria quota di fragilità. Amanda, giovane e introversa, si chiude in sé stessa, autoescludendosi dalla vita sociale. Lucia, sua madre e narratrice della storia, lotta per stabilire un legame con la figlia, mentre deve anche affrontare le proprie insicurezze. Rocco, il padre anziano di Lucia, non si rassegna alla vecchiaia, cercando di mantenere una parvenza di controllo sulla sua esistenza.

Il titolo “L’età fragile” non si riferisce a una fase specifica della vita, ma alla condizione umana in generale, che può essere fragile in qualsiasi momento. Di Pietrantonio mette in luce come questa fragilità non sia univoca, ma multiforme e presente lungo tutto l’arco della vita.

La trama si sviluppa attraverso un alternarsi di passato e presente, con salti temporali ben orchestrati che mantengono alta l’attenzione del lettore. Il passato di Lucia e la sua amicizia con Doralice, interrotta da una tragica notte di fine estate, si intrecciano con il presente di Amanda, creando un parallelo tra le loro esperienze di giovinezza spezzata.

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Le relazioni sono il cuore pulsante del romanzo e rappresentano sia la fonte dei conflitti che delle ripartenze. Dopo un crimine efferato che sconvolge il paese, la comunità cerca di rialzarsi. Allo stesso modo, Amanda trova una nuova strada dopo aver lasciato Milano, mentre Lucia e Doralice cercano di ricostruire le loro vite dopo il trauma del passato. La demolizione di un edificio, simbolo di quel tragico evento, segna l’inizio di una nuova vita per i protagonisti, e forse anche per il lettore.

La scrittura di Di Pietrantonio è diretta e incisiva, capace di evocare immagini potenti con poche parole. Le descrizioni sono vivide e memorabili, come i capelli rossi di Amanda, che riflettono il suo stato d’animo, mutando colore con le sue emozioni. Questo stile lineare, privo di lungaggini inutili, rende la lettura scorrevole e coinvolgente, portando il lettore a immergersi completamente nella storia.

Donatella Di Pietrantonio ha saputo trarre ispirazione dalla sua terra natale, l’Abruzzo, e dalle esperienze personali, dando vita a un romanzo che non solo racconta una storia, ma dipinge un affresco emotivo e realistico della fragilità umana. “L’età fragile” merita pienamente la candidatura al Premio Strega 2024, e auguriamo a Donatella di proseguire con successo nel suo percorso letterario.

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