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“Quanto avevano sul conto”. Famiglia nel bosco: nuove rivelazioni dai controlli bancari

La revoca del mandato legale e le tensioni con le istituzioni

La vicenda della famiglia anglo-australiana residente nel bosco di Palmoli prosegue con nuove dichiarazioni da parte dei genitori, Catherine e Nathan, che hanno deciso di revocare il mandato all’avvocato Giovanni Angelucci, precedentemente incaricato di seguire il caso giudiziario avviato nel 2024. La scelta è motivata dalla necessità di instaurare un confronto più chiaro e diretto con le istituzioni coinvolte, sottolineando la complessità delle comunicazioni e la volontà di ristabilire la verità su una situazione che ha profondamente cambiato la loro vita.

I genitori contestano inoltre le accuse riguardanti il rifiuto di soluzioni abitative alternative offerte da enti pubblici e privati, definendo tali informazioni come “false e scorrette”. Essi ribadiscono che ogni decisione presa, compreso il trasferimento in Abruzzo, è stata orientata esclusivamente al benessere dei loro tre figli, considerati il fulcro della famiglia.

Problemi di comunicazione e difficoltà nella comprensione degli atti giudiziari

Un elemento centrale nel racconto di Catherine e Nathan riguarda la barriera linguistica, che avrebbe impedito loro di comprendere pienamente le ordinanze e i documenti ufficiali fino a una recente traduzione integrale in inglese. Questo ritardo nella comprensione avrebbe contribuito a malintesi e difficoltà nella gestione della situazione, aggravando il clima di tensione. I genitori manifestano l’intenzione di collaborare con un approccio più consapevole e costruttivo, riconoscendo che l’istituzione ha a cuore la tutela dei bambini.

Dettagli economici e movimenti bancari sotto esame

Un aspetto rilevante emerso dagli accertamenti riguarda la situazione economica della famiglia. Al 31 marzo 2025, il saldo bancario ammontava a 128 euro, saliti a 362 euro al 30 giugno. Le entrate complessive nel periodo considerato sono state di circa 19mila euro, principalmente provenienti da bonifici di familiari, con importi che in alcuni casi superavano i 2.000 o 5.000 euro. Le somme più modeste, tra 100 e 150 euro, corrisponderebbero a piccole attività lavorative svolte da Catherine in Italia.

Tra i pagamenti effettuati figura anche una donazione di 400 euro a favore di John Cipolla, rappresentante dell’Alliance of Indigenous Nations, un’organizzazione collegata a presunti tribunali paralleli, secondo le autorità. Questi dati hanno suscitato diverse reazioni social, con commenti che mettono in dubbio la sostenibilità economica della famiglia con tali risorse.

Intervento del ministero della Giustizia e prospettive future

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha confermato che il caso è oggetto di verifiche ministeriali in corso e ha precisato che, fino ad ora, non è stato inviato alcun ispettore. Ha inoltre indicato che gli accertamenti potranno concludersi con la chiusura della vicenda o con ulteriori approfondimenti, lasciando aperto il quadro sulle decisioni future.

Questa nuova fase della storia della famiglia di Palmoli rappresenta un capitolo significativo, che mescola elementi di complessità giudiziaria, comunicativa ed economica. Le prossime settimane saranno decisive per chiarire ulteriormente la situazione e per valutare l’evoluzione delle relazioni tra i genitori, le istituzioni e la magistratura.