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“Resto qui”, la forza di una comunità che sceglie di resistere

Resto qui, edito da Einaudi, nella collana Super ET, è tra gli ultimi lavori dello scrittore milanese Marco Balzano che dovremmo tutti leggere come monito per un futuro senza più guerre e totalitarismi e come esempio di coraggio, non solo tutto al femminile, e di resistenza.

di Mimmo Cacciola

Il romanzo di Marco Balzano, Resto qui (Editore Einaudi, Collana Super ET, Pagine:192 € 11,50) ha nel suo imperativo morale e storico qualcosa che ci appartiene da sempre: il coraggio di dire no! Di opporsi anche a costo della propria vita. Un coraggio, questa volta, tutto al femminile e che ha un nome quello di Trina

«Se per te questo posto ha un significato, se le strade e le montagne ti appartengono, non devi aver paura di restare». – Ecco cosa leggiamo nel risvolto di copertina – Quando arriva la guerra o l’inondazione, la gente scappa. La gente, non Trina. Caparbia come Curon, il piccolo paese del Sudtirolo in cui è cresciuta, sa opporsi ai fascisti che hanno messo al bando la lingua tedesca e le impediscono di fare la maestra. Non ha paura di fuggire sulle montagne col marito disertore. E quando le acque della diga stanno per sommergere i campi e le case, si difende con ciò che nessuno le potrà mai togliere: le parole. Marco Balzano ha la sapienza dei grandi narratori: accorda la scrittura al respiro dei suoi personaggi.

La parola come forza, la parla come argine all’inondazione che poi è metafora del dilagare del fascismo tra le valli e con esso la guerra con tutti i suoi lutti e le sue orrende devastazioni fisiche e morali

Un coro di lodi si alza in difesa del lavoro di Balzano: “Con una voce intima che restituisce vita alla Storia, Marco Balzano ritrae la forza di una comunità nell’attimo in cui, aggrappandosi alla rabbia, sceglie di resistere”.

Lodi meritatissime e puntuali, precise e descrittiva di una storia che da locale sa e può diventare, collettiva: «Una storia di sperdimento e di provvisorietà ben radicata nell’oggi. La letteratura resta qui, come il campanile di Curon» – scrivono nella rubrica La Lettura del Corriere della Sera. Ed ancora riportando le parole de L’Express annotiamo solidali e perfettamente d’accordo:

«Attraverso una scrittura molto semplice, questo bellissimo romanzo rivela una parte sconosciuta delle lotte di un popolo intrappolato tra fascismo e nazismo. E dipinge allo stesso tempo il magnifico ritratto di una donna tanto sensibile quanto coraggiosa». Infine dalla spagna ancora un commento che colpisce nel segno e ci fa mettere a fuoco il carattere dell’eroina e la sensibilità di uno scrittore che, siamo certi, continuerà a fare molta strada: «Marco Balzano ha un dono per la caratterizzazione dei personaggi femminili; le voci delle sue donne sono sincere e allo stesso tempo poetiche». -El Mundo

Marco Balzano è nato a Milano nel 1978, dove vive e lavora come insegnante di liceo. Ha esordito nel 2007 con la raccolta di poesie Particolari in controsenso (Lieto Colle, Premio Gozzano). Nel 2008 è uscito il saggio I confini del sole. Leopardi e il Nuovo Mondo (Marsilio, Premio Centro Nazionale di Studi Leopardiani). Il suo primo romanzo è Il figlio del figlio (Avagliano 2010, finalista Premio Dessì 2010, menzione speciale della giuria Premio Brancati-Zafferana 2011, Premio Corrado Alvaro Opera prima 2012), tradotto in Germania presso l’editore Kunstmann. A questo primo romanzo hanno fatto seguito Pronti a tutte le partenze (Sellerio 2013), L’ultimo arrivato (Sellerio 2014), con il quale vince nel 2015 il premio Campiello. Altre pubblicazioni con Einaudi: Resto qui (2018), Le parole sono importanti (2019) e Quando tornerò (2021).

Marco Balzano
Resto qui
Einaudi, 2020

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