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Ristorante del famoso sotto inchiesta: sequestri e sanzioni

Nel vibrante quartiere di Napoli, vicino a piazza Sannazaro, un rinomato ristorante di pesce, gestito da noti influencer, è finito sotto i riflettori per motivi tutt’altro che positivi. L’attività, che aveva catturato l’attenzione grazie alla popolarità sui social media, è stata oggetto di un’indagine che ha svelato gravi irregolarità gestionali.

Un’importante operazione della Polizia Locale di Napoli, in collaborazione con vari enti come l’Ispettorato del Lavoro e l’Asl Napoli 1 Centro, ha portato alla luce una serie di violazioni, tra cui abusi edilizi, problemi igienici, gestione impropria dei rifiuti e lavoratori non regolari. Questa scoperta ha trasformato quello che sembrava un successo commerciale in una vicenda legale complessa.

Multe e sequestri: una realtà nascosta

Le indagini hanno rivelato l’occupazione abusiva di 50 metri quadrati di suolo pubblico e una gestione dei rifiuti non conforme alle norme, con accumuli incontrollati. Inoltre, circa 80 kg di alimenti senza tracciabilità sono stati sequestrati, conservati in condizioni igieniche inadeguate. Le sanzioni per queste infrazioni superano i 5.000 euro, e l’Asl ha imposto 14 prescrizioni igienico-sanitarie da rispettare entro 30 giorni.

Non meno preoccupante è stata la scoperta di violazioni delle norme di sicurezza alimentare. L’Unità Veterinaria ha riscontrato la mancata procedura di abbattimento del pesce, fondamentale per eliminare i parassiti, portando al sequestro di ulteriori 160 kg di alimenti. Inoltre, su 20 dipendenti, 10 lavoravano in nero, incluso un lavoratore senza permesso di soggiorno, con conseguenti sanzioni per oltre 28.000 euro.

Il ruolo degli influencer e le conseguenze legali

Dietro questa vicenda si trovano Gennaro Di Napoli, noto come “Diamanti del Mare” su TikTok, e Ciro Piscitelli. Entrambi avevano sfruttato la loro notorietà online per lanciare un’impresa che sembrava promettente. Tuttavia, le violazioni edilizie hanno portato al sequestro del ristorante e al deferimento dei titolari all’autorità giudiziaria. L’attività è sospesa, con la possibilità di revoca in cambio di una sanzione di 5.000 euro e la consegna della documentazione mancante.

Questa vicenda sottolinea i rischi legati alla gestione imprenditoriale non conforme alle normative, evidenziando come la popolarità sui social possa trasformarsi rapidamente in un boomerang legale.

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