Fabiola è tornata dopo 15 giorni di assenza e varca la soglia dicendo: “Allora, arriva ‘sto visone canadese?”. Regna il silenzio di tomba. Si guarda intorno. Sembra di essere nelle fogne di Calcutta. Sul pavimento giacciono: n. 155 contenitori di cartone per le pizze; n. 155 di croste di pizza; kg 140 di piatti di carta con avanzi; n. 715 lattine e 788 bottiglie di birra; n.1 pesce rosso morto; n. 35 contenitori di riso alla cantone take e vai; n. 3500 cadaveri di gamberetti che hanno tentato la fuga; kg 24 di calzini pietrificati e poi… magliette, canottiere, tende con macchie di sugo e piselli schiacciati, stivali da pioggia pieni di pop-corn, spiedi con vecchie carogne arrostite, e neanche 1 (una) mutanda sporca. La TV è accesa e implora di essere spenta, il fornetto a microonde vomita, per protesta, venefiche radiazioni. Sul divano, sul como’ barocco piemontese, nella scarpiera ci sono giornini di “Le avventure di Lella porcella”, 13a puntata, “I buchi dei miei amici sono miei amici”.
La lavatrice ha le ragnatele, il lavandino sembra il Rio Secco del Sahara, e il boiler si accende da solo tanto per sentirsi utile. Al tavolo del salotto buono (l’unico) 4 tarme giocano a poker. Le dicono: “Desidera?”. Fabiola bussa alla porta del bagno. I batteri rispondono: “Occupato”. Un foglietto, appeso con una puntina, svolazza nelle correnti sue proprie dell’olezzo. C’è scritto: “Ma non vi vergognate di questo porcile!? Qui c’è da prendersi la tigna. Loro qua dentro non muovono neanche un dito. Come si fa a lavorare in queste condizioni! Fate una disinfestazione e poi, forse, ci rivediamo”. Firmato: I ladri. Appena Gino torna dal lavoro e vede la casa tirata a lucido, le salta al collo… per strozzarla. Le dice: “Mi hai spostato tutto. Così adesso non trovo più niente!”. E giù botte. A quel punto tornano anche i bricconi e cominciano a urlare: “È tornata la pazza! È tornata la pazza!” e giù bombette puzzolenti! Home sweet home!