
Riscoperto dalle nuove generazioni anche grazie alla spinta di TikTok, “Fiori per Algernon” di Daniel Keyes è un’esperienza letteraria dalla quale è difficile uscire. Pubblicato inizialmente come racconto e poi rieditato nella sua versione completa, l’opera d’esordio di Keyes è oggi più che mai attuale, non solo per i temi etico-morali trattati, ma anche per la sua scrittura unica, che rimane un unicum nella narrativa contemporanea.
Il romanzo, che mescola fantascienza e psicologia, racconta la storia di Charlie Gordon, un ragazzo con disabilità cognitiva che si sottopone a una terapia sperimentale per aumentare il suo quoziente intellettivo. Un esperimento che lo trasforma prima in un genio e poi in un bambino, passando attraverso una spirale di consapevolezza e disillusione.
Un romanzo psicologico dal forte impatto emotivo
Se dovessimo collocare “Fiori per Algernon” in un genere, sarebbe il romanzo psicologico, con una forte componente di fantascienza. La narrazione, che prende la forma di un diario scritto da Charlie, usa errori di battitura e una sintassi sgrammaticata per riflettere la sua condizione iniziale. Questi errori evolvono man mano che Charlie acquisisce intelligenza, simboleggiando il suo percorso interiore e intellettivo. Il romanzo, infatti, non si limita a una descrizione clinica del miglioramento di Charlie, ma offre anche una profonda riflessione emotiva attraverso le sue esperienze e i suoi sentimenti di amore, rabbia e solitudine.
Abilismo e discriminazione: temi universali

Uno degli aspetti più rilevanti del libro è la denuncia dell’abilismo, una piaga sociale tanto subdola quanto potente. Keyes ci invita a riflettere sulla discriminazione nei confronti delle persone con disabilità, mostrando come Charlie venga spesso deriso e emarginato, sia prima che dopo l’esito dell’esperimento. Le sue esperienze con la scuola, i colleghi e i suoi stessi genitori rivelano un mondo che, purtroppo, considera la disabilità come una condizione inferiore, destinata a suscitare pena o derisione, mai rispetto.
Il tema dell’abilismo è esplicitato, ad esempio, attraverso il comportamento di Harriet, compagna di scuola di Charlie, che lo definisce “buffo” e lo fa picchiare dal fratello, o attraverso il comportamento di Frank, un collega di lavoro che lo sfrutta per umiliarlo. Il libro ci costringe a riflettere su un mondo che spesso considera la diversità come una forma di inferiorità, mettendo in discussione l’idea che chi non rientra nelle “norme” debba essere necessariamente infelice.
Una famiglia disfunzionale
Il libro esplora anche il tema della famiglia disfunzionale attraverso la figura dei genitori di Charlie. Sua madre, Rose, lo rifiuta e lo manda a una scuola per bambini disabili, temendo che la sua condizione rovini la reputazione della famiglia. Suo padre, Matt, inizialmente più affettuoso, si arrende di fronte alla stanchezza della moglie e consente l’allontanamento del figlio, pur avendo cercato di salvarlo da violenze fisiche. La famiglia diventa uno specchio di come la società, nel suo complesso, rifiuti ciò che è diverso, relegando i suoi membri a una condizione di invisibilità e sofferenza.
Il labirinto dell’anima
La struttura del romanzo richiama la figura del labirinto, simbolo del percorso di Charlie. Intrappolato in un passato doloroso, Charlie cerca disperatamente di dare un senso alla sua esistenza, cercando risposte nel suo rapporto con le donne che lo amano a modo loro, Fay e la Signorina Kinnian, e nel tentativo di ricollegarsi ai suoi genitori. Alla fine del libro, Charlie trova una sorta di catarsi, ma non prima di confrontarsi con il suo passato, con Algernon, il topolino che ha condiviso con lui un destino simile, e con la sua identità interiore, che lo spinge a rivelarsi finalmente come un uomo.
Un autore di grande sensibilità psicologica
Daniel Keyes, laureato in psicologia, usa la sua formazione per esplorare a fondo la mente umana, creando un racconto che non solo analizza l’evoluzione intellettiva di Charlie, ma anche la sua crescita emotiva e sociale. Il romanzo, che ha vinto importanti premi come il Premio Hugo e il Premio Nebula, è stato anche adattato per il cinema con il titolo “I due mondi di Charly”, un film che ha vinto un premio Oscar per l’interpretazione di Cliff Gordon.
“Fiori per Algernon” non è solo un romanzo di anticipazione, ma una riflessione profonda sulla natura dell’intelligenza, della dignità e del diritto all’affetto, temi che continuano a essere estremamente rilevanti nel dibattito contemporaneo, specie in relazione alla disabilità e alle nuove sfide sociali e scientifiche.
In sintesi, il libro di Keyes è un’opera senza tempo, che affronta questioni etiche e morali in modo talmente diretto e coinvolgente che, anche a distanza di decenni dalla sua pubblicazione, continua a stimolare riflessioni cruciali sulla nostra società. Un capolavoro da non perdere, che, tra l’altro, trova un nuovo pubblico grazie alla sua rinnovata popolarità sui social come TikTok.