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Le parole del 2024: il vocabolario della Gen Z che racconta una nuova identità sociale

Negli ultimi dodici mesi, termini come Brat, Demure, Brain Rot, Enshittification e Manifest sono entrati nel linguaggio quotidiano, raccontando molto di più di una semplice tendenza lessicale. Questi termini, emersi attraverso i social media e consacrati dai principali dizionari del mondo, dipingono un quadro delle dinamiche di autodeterminazione e identità della Generazione Z.

Un vocabolario di autodeterminazione

Brat, nominata parola dell’anno dal Collins Dictionary, descrive uno stile audace, anticonformista e volutamente sopra le righe, che esprime libertà e ribellione. Lontano dal concetto di perfezione, “brat” abbraccia il caos stiloso e la sfrontatezza come elementi identitari.

Al polo opposto si colloca Demure (Dictionary.com), sinonimo di discrezione, modestia e sobrietà. Questo termine incarna una personalità elegante e riflessiva, che rifiuta l’ostentazione in favore di una presenza sottile ma significativa.

Queste due parole, apparentemente contraddittorie, convivono all’interno della Gen Z, suggerendo una nuova forma di identità: audace ma sobria, ribelle ma consapevole, capace di vivere nell’ossimoro senza perdere credibilità.

La riflessione sociale e il rapporto con il virtuale

Termini come Brain Rot (Oxford English Dictionary) e Enshittification (Macquarie Dictionary) denunciano fenomeni contemporanei legati alla digitalizzazione. Il primo descrive il deterioramento cognitivo dovuto al consumo ossessivo di contenuti banali online, un sintomo della nostra epoca iperconnessa. Il secondo, invece, critica il progressivo peggioramento dei servizi digitali, sacrificati sull’altare del profitto.

In questo contesto, la Gen Z non si limita a subire, ma riflette attivamente su ciò che consuma. È una generazione che denuncia il “cervello marcio” ma continua a esplorare il virtuale come estensione del reale, consapevole del suo impatto sulla salute mentale.

L’azione del manifestare

Tra le parole più evocative c’è Manifest, scelta dal Cambridge Dictionary. Questo verbo rappresenta il potere dell’immaginazione come strumento per trasformare il futuro. Non si tratta di semplici sogni, ma di visualizzazioni intenzionali: un modo per definire obiettivi personali e collettivi, immaginando il mondo che si desidera costruire.

Una generazione in evoluzione

Attraverso queste parole, emerge una generazione che cerca autenticità, connessione e giustizia sociale. La Gen Z non si limita a definirsi, ma si oppone a tutto ciò che ne compromette i valori, dal degrado dei servizi digitali al vuoto dell’apparenza social.

Questa continua ridefinizione lessicale non esaurisce la complessità del loro universo, ma offre uno spiraglio su una società che vive nell’ossimoro, unendo ribellione e sobrietà, virtuale e reale, pazienza e fermezza. E, forse, proprio in questa contraddizione risiede la loro forza.

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