Il 7 ottobre 2023, un attacco terroristico di Hamas ha sconvolto Israele, segnando un tragico punto di svolta. A otto mesi di distanza, la crisi continua senza una soluzione in vista, con gli ostaggi israeliani ancora prigionieri e numerose vite spezzate. In questo contesto, il giornalista e saggista Gianni Scipione Rossi ha pubblicato il pamphlet “Anche Israele, però… L’ombra lunga dell’antisemitismo” (Intermedia Edizioni), offrendo una riflessione profonda sull’antisemitismo crescente, anche in Italia.
Rossi esplora come antisemitismo e antisionismo si comportino come un fiume carsico, apparentemente nascosti ma pronti a riemergere con violenza. Dopo 75 anni dalla nascita dello Stato di Israele, l’attacco del 7 ottobre ha sollevato queste acque silenti, riportando alla luce sentimenti antisemiti che inquinano il discorso pubblico.
L’aggressione terroristica di Hamas nel deserto del Negev, durante un rave party, ha provocato un immediato sgomento. Tuttavia, questa condanna iniziale è stata rapidamente sostituita da un’inversione dei ruoli, con Israele dipinto come aggressore. Rossi sottolinea come questa narrazione distorta ignori la complessità della storia del Medio Oriente e il fatto che anche gli arabi palestinesi sono vittime del fanatismo islamico, utilizzati dai terroristi come scudi umani. La verità rovesciata è diventata un mantra collettivo, mettendo in dubbio il diritto di Israele di difendersi e di esistere come Stato sovrano e democratico.
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Rossi invita a schierarsi contro il “pacifismo strabico”, una forma di razzismo antisemita mascherata da critica politica. Nel suo testo, definito come un “personale e amaro diario della crisi”, l’autore affronta questa “nuova/antica questione ebraica”, evidenziando come il pregiudizio antiebraico si sia trasformato in un’aggressiva forma di antisionismo.
L’antisemitismo è un fenomeno multiforme che continua a colpire gli ebrei oggi. Rossi ricorda la posizione del cantautore e poeta Herbert Pagani, ebreo italo-libico, che nel 1975 si oppose all’equiparazione tra sionismo e razzismo votata dall’ONU, poi revocata nel 1991. Nella sua “Arringa per la mia terra”, Pagani esprime il dolore di un popolo costretto a difendersi per esistere: “Noi ebrei sono cinquemila anni che pensiamo e ci negano ancora il diritto di esistere. Oggi, anche se mi fa orrore, sono costretto a dire mi difendo, dunque sono”.
Rossi conclude che l’antisemitismo, in tutte le sue forme, deve essere combattuto con determinazione. Le parole di Pagani, amare e potenti, ci ricordano l’importanza di non dimenticare e di continuare a difendere i diritti di un popolo che da millenni lotta per la propria esistenza.