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Nella città di Catania si svolse un dramma di fede e sacrificio che avrebbe segnato per sempre il destino della città…

Nella città di Catania, tra i fasti dell’Impero Romano nel III secolo, si svolse un dramma di fede e sacrificio che avrebbe segnato per sempre il destino della città. Sant’Agata, giovane e devota, divenne la protettrice di Catania, ma la sua vita fu segnata da una crudele persecuzione. Quinziano, proconsole romano di rigida osservanza religiosa, si invaghì di Agata, ma i suoi tentativi di seduzione si infransero contro la roccia della fede della giovane donna. Furioso per il rifiuto e mosso dal fanatismo religioso promosso dall’editto di persecuzione dell’imperatore Decio, Quinziano decise di accusarla di vilipendio della religione di Stato.

In un processo orchestrato con crudeltà, Agata fu interrogata e torturata, ma la sua fede rimase inamovibile. Il proconsole, spinto al colmo del furore, decise di infliggere un crudele supplizio strappandole i seni con enormi tenaglie. Tuttavia, una visione mistica guarì miracolosamente la giovane martire, sconcertando coloro che assistevano al macabro spettacolo. Nonostante il miracolo, Quinziano ordinò che Agata fosse bruciata viva. Ma proprio mentre le fiamme stavano per divorare la giovane, un terremoto di eccezionale potenza sconvolse la città. La forza tellurica impedì l’esecuzione e Agata fu riportata agonizzante in cella. In un susseguirsi di eventi straordinari, il corpo di Agata, ora senza vita, venne avvolto in un velo rosso e imbalsamato. Si narra che questo velo, carico della purezza e della fede della giovane martire, riuscì a fermare più volte il flusso di lava proveniente dal vicino vulcano Etna, che minacciava di distruggere Catania. La popolazione, testimone di tali prodigi, elevò Agata a santa protettrice della città. Il suo culto si diffuse rapidamente, e la figura di Sant’Agata divenne simbolo di coraggio, fede e protezione per i cittadini di Catania. Ogni anno, in occasione della sua festa, la città si riempie di fervore e devozione, celebrando la memoria di quella giovane donna che, attraverso il suo sacrificio, diede speranza e protezione alla sua amata Catania.

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