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“Se vengono fuori…”. Raoul Bova, emergono messaggi di ricatto

La vicenda che coinvolge Raoul Bova si arricchisce di nuovi sviluppi con l’emergere di messaggi di ricatto e un’inchiesta giudiziaria avviata dalla procura di Roma. Al centro non sono soltanto questioni personali dell’attore, ma un presunto tentativo di estorsione partito da un numero spagnolo ancora non identificato. La situazione è diventata oggetto di attenzione mediatica dopo la diffusione della parodia “Falsissimo” di Fabrizio Corona, andata in onda lo scorso 25 luglio su YouTube.

Secondo le ricostruzioni riportate dal quotidiano “la Repubblica”, i messaggi contenenti minacce e richieste di pressione psicologica sono stati inviati a Bova da un mittente anonimo. L’attore ha respinto con fermezza ogni tentativo di ricatto, dichiarando che la sua situazione sentimentale non avrebbe dovuto creare scandalo, ma la controparte ha insistito sull’impatto mediatico potenzialmente dannoso.

Raoul Bova Ricatto

Raoul Bova e i messaggi di ricatto: dettagli della conversazione

Nel tentativo di contenere la diffusione del materiale, Bova ha chiarito che la sua relazione con Rocío Muñoz Morales era terminata già da tempo, minimizzando così la portata della vicenda. Tuttavia, il mittente ha sottolineato come la pubblicazione del materiale avrebbe comunque causato un “casino” mediatico. L’attore ha quindi ribadito che il ricatto rappresenta un reato e che non avrebbe ceduto a nessuna pressione.

Raoul Bova Ricatto

Le indagini sono coordinate dalla pm Eliana Dolce e si sono complicate dopo la trasmissione della puntata di “Falsissimo”, che ha mostrato chat e audio attribuiti a Bova e Martina Ceretti. In seguito alla messa in onda, la polizia postale ha effettuato perquisizioni a carico di Ceretti, Federico Monzino e Fabrizio Corona, senza però iscrivere al momento nessuno nel registro degli indagati. Monzino, noto per la sua famiglia milanese, è ritenuto il tramite con cui il materiale è giunto a Corona.

In un’intervista a Repubblica, Monzino ha spiegato che l’intenzione originaria era di dare visibilità a Martina Ceretti, e che il materiale è stato condiviso volontariamente senza alcuna forma di furto o manipolazione.

Le autorità stanno approfondendo la posizione di Monzino, ritenuto responsabile del trasferimento del materiale, mentre si cerca di identificare chi si nasconde dietro la sim spagnola da cui è partito il ricatto, elemento ancora oscuro nel quadro giudiziario.

Nel frattempo, Fabrizio Corona ha chiarito tramite una storia su Instagram che l’audio e le chat gli sono stati consegnati volontariamente da Monzino e Ceretti, escludendo qualsiasi acquisizione fraudolenta e sottolineando che la responsabilità ricade su chi ha dato il proprio consenso alla condivisione.

Ulteriori complicazioni per Bova derivano dall’uso improprio della sua voce e delle sue parole in chiave promozionale da parte di Ryanair e SSC Napoli, che hanno pubblicato contenuti ironici su TikTok usando audio originali dell’attore. Raoul Bova sta valutando azioni legali in sede civile contro entrambe le società.

L’avvocato dell’attore ha condannato pubblicamente questo sfruttamento, definendolo un “voyeurismo di bassa lega” e sottolineando come la diffusione incontrollata di materiale ancora da verificare sia inaccettabile. Ha inoltre evidenziato la difficoltà di distinguere tra cronaca e cattiveria nel contesto attuale dei social media, che si configura come un vero e proprio “far west” digitale.

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