Quattro colleghi, amici di vecchia data, sono seduti come ogni giovedì sera al loro solito tavolo in birreria. Tra una pinta e l’altra, la conversazione scivola presto sull’argomento preferito: la pesca.
“Che ne dite di un bel weekend sul lago?” propone uno, mentre gli altri annuiscono entusiasti, già immaginando l’odore del fuoco, la calma dell’acqua e le esagerazioni sulle dimensioni delle trote.

Ma uno di loro, Paolo, non riesce a rilassarsi. Sta lì, scompone la sottobicchiere in minuscoli pezzetti, lancia occhiate nervose, si gratta la nuca. Da un’ora cerca il coraggio di parlare.
Alla fine, con voce bassa e rassegnata, confessa:
“Ragazzi… io, ehm… penso che stavolta non riesco a venire. Mia moglie ha già fatto programmi per il fine settimana…”
Silenzio. Poi scoppia la risata generale.
“Ancora col permesso firmato da casa, eh Paolo?”
“Dille che vai a fare la spesa… di pesci!”
“Almeno fatti dare una giustificazione scritta!”
Viene preso in giro per tutto il resto della serata. Paolo sorride a denti stretti, si alza per andarsene e saluta con un mesto: “Divertitevi, eh… buon fine settimana.”
Sabato mattina, ore 5:00. I tre amici partono carichi di entusiasmo, esche, birre e panini. Arrivati al sentiero che porta al lago, si fanno largo tra i cespugli ancora bagnati di rugiada. E lì, davanti a loro, appare uno spettacolo surreale: Paolo, rilassato su una sedia pieghevole, con una lattina di birra in mano, la canna da pesca già nell’acqua e un bel falò che scoppietta dietro di lui.
“MA CHE DIAVOLO—?!”
“Paolo?! Ma tu non dovevi essere prigioniero domestico?”
“Da quando sei qui?!”
Paolo alza appena le sopracciglia e con un mezzo sorriso risponde:
“Da ieri sera.”
“E… come hai fatto?!”
Lui prende un sorso di birra, si appoggia allo schienale e racconta:
“Ieri, appena sono tornato a casa e mi stavo per sedere davanti alla TV con una birretta, mia moglie mi è comparsa alle spalle e mi ha coperto gli occhi. Poi, con voce seducente, mi fa:
‘Sorpresa! Portami in camera da letto… legami al letto… e poi fai quello che vuoi!’”
Pausa.
“E quindi…?”
“Beh, l’ho legata al letto. Ed eccomi qui!”