Un direttore nota che uno dei suoi dipendenti non si è presentato in ufficio senza avvisare. Inizia a preoccuparsi, prende il telefono e chiama il numero personale del dipendente. Risponde una vocina bassa e quasi impercettibile. “Pronto?” sussurra una bambina. “Ehm… ciao, chi sei?” chiede il capo, un po’ confuso. “Sono Martina”, risponde la voce. “Ciao Martina! C’è per caso il tuo papà?” “Sì, ma non può venire al telefono.” “Uhm… E tua mamma c’è?” “Sì, è a casa.” “Perfetto! Me la passi?”
“No, nemmeno lei può parlare.”

Il capo inizia a innervosirsi. “C’è qualcun altro lì con voi?” “Sì, c’è un poliziotto.”
“Un poliziotto?! Posso parlare con lui?” “No, sta discutendo con mamma e papà… e con un pompiere…”
A questo punto il capo è in pieno panico. Poi, in sottofondo, si sente un gran frastuono. “Cos’è tutto quel rumore?!” “È un elicottero…” risponde Martina, sempre sottovoce. “Un elicottero?! Ma che diamine sta succedendo lì?!” Martina ridacchia piano. “Stanno cercando qualcuno…”
Il capo, ormai in preda al panico, sbotta: “E chi stanno cercando?!” Pausa.
“…Me.”