Questa storia famosissima e conosciuta da molti, detta anche il principio della rana bollita di Noam Chomsky, linguista, filosofo e saggista statunitense, spiega un principio importantissimo che bisogna tenere sempre a mente. Non ci sono basi scientifiche che dimostrano questo principio, ma è un ottimo spunto, valido in sociologia e psicologia, per spiegare determinati comportamenti.
In un pentolone pieno d’acqua fredda nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida e la rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare.La temperatura sale e adesso l’acqua è calda. La rana apprezza questo calore però inizia a stancarsi ma non si spaventa.
L’acqua adesso è davvero troppo calda e la rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce, morta bollita.
Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.
Morale della storia? Spesso accade che, sia come singoli sia come membri di un gruppo, accettiamo situazioni spiacevoli e potenzialmente distruttive in quanto in un primo momento ci sembrano accettabili. Con il tempo, tendiamo ad adattarci fino al punto di accorgerci troppo tardi di essere intrappolati in qualcosa che mai avremmo desiderato o voluto per noi stessi. E tu che cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti.