È in libreria l’ultimo romanzo di Riccardo Gazzaniga edito per i tipi di Rizzoli nella collana Nero, dal titolo In forma di essere umano, avvincente spy story in bilico tra passato e presente scritta per raccontarci di quella banalità del male fatta persone che, soprattutto in tempi come questi, turba ancora i nostri sonni. È la storia di Adolf Eichmann e del suo inseguitore l’agente del Mossad Zvi Aharoni nell’Argentina della fine dei sessanta, quando i giorni di vita e di libertà del criminale nazista erano ormai contati
di Mimmo Cacciola
Riccardo Gazzaniga pubblica il suo ultimo romanzo dal titolo In forma di essere umano (Editore Rizzoli, Collana Nero Rizzoli, Pagine 516, € 16,15) e ci mostra da subito come l’origine del Male, quel male assoluto che ha insanguinato il secolo scorso e che minaccia di insanguinare ancora di più anche questo che stiamo vivendo, può farsi carne e sangue e mente e disturbare per decenni i nostri sonni. Lo fa narrando, ancora una volta (qualora ce ne fosse ancora bisogno, nonostante quanto si sia detto, scritto, studiato, visto su di lui ed i suoi degni compari assassini) la vicenda di quel famigerato Adolf Eichmann, SS e contabile dello sterminio di sei milioni di ebrei innocenti e non solo, durante l’ultima parte della sua parabola esistenziale in quel dell’Argentina alla fine degli anni sessanta, poco prima di essere catturato dal Mossad, trasferito in Israele, processato ed infine giustiziato.
“In una narrazione che ha il ritmo della spy story e la profondità dei romanzi di realtà, – si legge nelle note editoriali – Gazzaniga si spinge all’origine del Male, componendo i ritratti sconvolgenti di due esistenze che hanno segnato in modo indelebile il Novecento. Argentina, 1960. Sono passati quindici anni dalla caduta del nazismo e Adolf Eichmann, ex tenente delle SS scampato al processo di Norimberga, si è rifatto una vita sotto falso nome. Niente in lui conserva i segni dell’ufficiale del Reich che ha contribuito a rendere possibile la soluzione finale. Adesso si chiama Ricardo Klement e vive in un sobborgo di Buenos Aires insieme alla moglie Vera e ai figli. Abita in una casupola senza acqua corrente né elettricità e lavora in una fabbrica della Mercedes. Ancora non sa, Eichmann, che i suoi giorni sono contati e incombe su di lui il momento in cui dovrà affrontare il passato. L’agente del Mossad Zvi Aharoni è sulle sue tracce, pronto a tutto pur di consegnarlo alla giustizia israeliana. Quella che ci viene raccontata in queste pagine dalla viva voce dei suoi due protagonisti, di cui Riccardo Gazzaniga ha magistralmente interpretato pensieri, paure e turbamenti, è una delle vicende di spionaggio più incredibili del Ventesimo secolo: una storia potente e appassionante, che scandaglia gli abissi insondabili dell’animo umano. In una narrazione che ha il ritmo della spy story e la profondità dei romanzi di realtà, Gazzaniga si spinge all’origine del Male, componendo i ritratti sconvolgenti di due esistenze che hanno segnato in modo indelebile il Novecento”.
Il bene ed il male, dunque, due identità incarnate nell’umano che si confrontano, si scontrano, si avvicinano, si mescolano e perfino confondono, come è nella natura delle cose umane. Tuttavia, la condanna non può essere, al di là dell’arbitrio, che unanime, poiché come giustamente scriveva Anna Arendt alla fine, nella contabilità di qualunque discussione o studio o ricerca o qualsivoglia disquisizione sulla Shoah e su quanto sia stata ed abbia rappresentato, ci sarà sempre in questa contabilità di fiumi di parole e inchiostro, un ammanco di sei milioni di anime.
Riccardo Gazzaniga è nato nel 1976 a Genova, dove vive. Sovrintendente della Polizia di Stato, lavora nella caserma di Bolzaneto. Ha vinto la XXV edizione del Premio Italo Calvino con A viso coperto (Einaudi 2013); è fra gli autori di Undici per la Liguria (Einaudi 2015) e ha pubblicato Non devi dirlo a nessuno (Einaudi 2016), Abbiamo toccato le stelle (Rizzoli 2018), Colpo su colpo (Rizzoli 2019).