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“L’acqua più profonda”, comprendere il dolore di perdere una figlia

Storia di Padre e Figlie in cerca di amore ed identità

Con il romanzo familiare L’acqua più profonda, edito per i tipi di Bompiani, la scrittrice russa Katya Apekina, naturalizzata americana, mette il dito nella piaga dei rapporti tra padri e figli dopo dolorose separazioni. Una vicenda comune, come se ne vedono a milioni, ma che ci riguarda tutti poiché analizza e tocca nervi scoperti dell’esistere, dell’amare, del ferire e del perdonare

di Mimmo Cacciola

La scrittrice russa, naturalizzata americana, Katya Apekina scrive il romanzo familiare definito da Kirkus Review «Esplosivo, elettrizzante, indimenticabile» e noi non possiamo non credere in buona fede e sulla parola agli esperti di cose letterarie: stiamo parlando de L’acqua più profonda (Editore Bompiani, Collana Narrativa straniera, Traduttore Gioia Guerzoni, Pagine 384, € 20,00) in libreria in questi giorni. Storia di padre e figlie e di una mamma malata tra conflitti, separazioni, scontri generazionali e perdite di coscienza, alla continua ricerca di un se non sempre a riconoscibile ed a portata di mano.

Dopo che Marianne viene ricoverata contro la sua volontà in un ospedale psichiatrico, – si legge nelle note editoriali – le due figlie, Edie e Mae, sedici e quattordici anni, sono costrette a lasciare la casa dove sono cresciute in Louisiana per andare a vivere a New York con il padre Dennis. All’inizio le ragazze non si fidano di lui, ma il legame fra loro comincia a sgretolarsi quando Edie sceglie di rimanere fedele a Marianne, convinta che Dennis sia il vero responsabile del suo crollo, mentre Mae si avvicina sempre più al padre. Due voci, due racconti che raccontano la stessa storia. Ma a chi possiamo, a chi dobbiamo credere quando ci tuffiamo nelle acque insondabili della memoria familiare?”

Ecco, allora, quel mare fatto di acque profondissime dove è facile sprofondare: una ricerca accanita di passato e futuro, vivendo un presente problematico come quello che gli adolescenti, tutti, attraversano. Storie vecchie e sempre attuali quelle gi genitori e figli, storie di separazioni dolorose, certo e di fratture dove volenti o nolenti i più piccoli e fragili hanno sempre la peggio, soprattutto quando sono costretti o invitati a schierarsi.

Un libro doloroso quanto necessario, questo della scrittrice moscovita Katya Apekina la cui  lettura, forse, ci aiuterà a riflettere su dinamiche che ci appartengono anche se non direttamente, perché i sentimenti, l’educazione genitoriale, gli accidenti della vita. I dolori e le percosse del destino, oltre agli sbagli personali che tutti, chi più chi meno, commettiamo sono un bagaglio comune con il quale è sempre utile ed importante, per crescere, fare i conti.

Katya Apekina è nata a Mosca e vive a Los Angeles. È autrice, sceneggiatrice e traduttrice. I suoi racconti sono apparsi su The Iowa Review, Santa Monica Review, West Branch, Joyland, PANK e altre riviste.

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